La spedizione dei “trecentomila” a Roma può schiarire le idee persino a Bersani
Che cosa intende e a chi si riferisce Bersani quando parla di responsabilità? Non è dato saperlo, ma è già qualcosa che il leader del centrosinistra abbia pronunciato quella parolina magica. Avrebbe dovuto pronunciarla sin dall’inizio, un minuto dopo il risultato elettorale, ma se n’è guardato bene dal farlo perché gli conveniva correre all’inseguimento di Grillo e persino beccarsi i suoi insulti. A braccetto anche col diavolo, pur di cancellare Berlusconi dalla scena politica, l’uomo-pericolo perché capace di rimonte inaspettate e di capitalizzare il consenso. Eppure, dopo parecchi giorni, Bersani ha detto che bisogna trovare un equilibrio di responsabilità. La maggioranza non c’è e neppure il governo, non si può andare avanti con il leader del Pd che apre ufficialmente la questua e, con in tasca un elenco di problemi che ha deciso di contenere in otto punti, bussa a tutte le porte possibili, tranne a quella giusta. Forse però le cose potrebbero cambiare, alla luce dei “trecentomila” che hanno manifestato a Piazza del Popolo. In un momento delicato come quello attuale, non si può ignorare la forza elettorale del centrodestra che sul piatto – a differenza dei grillini – non mette i “vaffa”, i “morti che parlano”, gli “psiconani” e tutto il ventaglio di insulti a cui ci ha abituato l’ex comico, ma un modo di ragionare maturo. Si chiedono risposte, non show. La disponibilità del Cavaliere c’è, l’ha ribadito anche al comizio dei Piazza del Popolo. La terapia per il rilancio punta ad abbattere quelle che Berlusconi ha chiamato i tre macigni che schiacciano il Paese: oppressione fiscale, inefficienza della burocrazia, giustizia da riformare. Così, in un colpo solo, si darebbe un governo all’Italia e si modernizzerebbe la sua “macchina”. Ma Bersani è “mister tentenna”. Lui si è compromesso all’inizio con un “no” di principio, indicando il dialogo con Grillo come priorità e chiudendosi le altre strade. Il tentativo, quindi, dovrebbero farlo altri e sarebbe la rivoluzione anche in seno al Pd dove sono in molti a mordere il freno e, sommessamente, a prendere le distanze dal segretario. La manifestazione del Pdl a Roma ha acceso la spia rossa per i “papaveri” di Largo del Nazareno. Trovino loro il bandolo della matassa per riannodare il dialogo con il Pdl che rappresenta l’unica possibilità di fare un governo e di varare le necessarie riforme. In alternativa non ci sono che le elezioni anticipate. In questo caso gli “impresetabili” sono già in pista. E questo fa una maledetta paura a Bersani.