Leone apre la diciassettesima legislatura: la prima novità, leggi e interrogazioni in formato elettronico
«Realizzare un futuro di pace e di progresso economico e sociale» è compito del Parlamento nel suo complesso ma «coinvolge ciascuna delle forze politiche che ne fanno parte». Così il presidente provvisorio Antonio Leone nel discorso di apertura della diciassettesima legislatura. Il deputato eletto nel Pdl ha invitato i colleghi alla «capacità di dialogo» «partendo dai nostri diversi, talvolta contrapposti, punti di vista» ma «senza mai far prevalere logiche di sterile contrapposizione». Da qui l’appello a questa Camera, più giovane e rosa che mai «per affrontare con efficaci risposte politiche l’attuale momento di crisi economica e sociale». Nel corso del discorso Leone ha inviato a nome dell’assemblea gli auguri di inizio pontificato per il Papa Francesco. Applausi e standing da tutta l’aula, tranne che dai deputati M5s che hanno scelto invece di rimanere seduti al loro posto, come denuncia in un tweet a caldo Nunzia De Girolamo, «una vergogna», scrive la deputata Pdl. C’era molta attesa su quale collocazione avrebbero preso i parlamentari del M5: la scelta è caduta sugli scranni in alto, nella parte centrale dell’aula, occupati nella scorsa legislatura dai deputati di Pdl e di Futuro e libertà.
Il presidente provvisorio della Camera ha anche costituito la giunta provvisoria per le elezioni: presieduta da Pino Pisicchio, il più anziano per elezione dei membri designati in base al regolamento, avrà il compito di svolgere gli accertamenti sulla proclamazione dei deputati subentranti sulla base delle opzioni e delle dimissioni, tra cui quella da parte di Matteo Salvini (Lega). Della giunta provvisoria fanno parte anche i deputati Bernardo, Abrignani, Bianconi, Farina, Fontana, Laffranco, Lenzi, Losacco, Marantelli, Molteni e Oliverio. Tra le curiosità di questa legislatura, la pressoché definitiva eliminazione del cartaceo: sono 558 su 630, e quindi la stragrande maggioranza, i deputati che hanno già acquisito la “firma digitale” con la quale potranno presentare agli uffici della Camera proposte di legge e atti ispettivi (come interrogazioni e interpellanze) in formato elettronico. In questa legislatura, viene fatto notare a Montecitorio, sta dunque funzionando l’operazione dematerializzazione per ridurre al minimo la carta per il funzionamento degli organi parlamentari.