Marò arrivati a Nuova Delhi. L’India esulta per la figuraccia italiana. Sit-in di Fratelli d’Italia
Mesti e con la morte nel cuore Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno preso il volo per Nuova Delhi: “Siamo militari e andremo avanti”, è stato il loro unico commento. Saranno liberi, ha spiegato il sottosegretario de Mistura che li accompagnava, con l’obbligo di firma una volta alla settimana. Il ministro degli Esteri Terzi riferirà in aula martedì sulla vicenda. Nelle stesse ore l’India già cantava vittoria. Mostrando al mondo intero l’immagine di un’Italia debole che non è capace di far sentire la sua voce. La diplomazia, quella vera, è tutt’altra cosa. E per rendersene conto basta leggere la reazione postata su Twitter dal viceministro degli Interni Sing: «La ferma resistenza dell’India come espressa dal premier Singh e da Sonia Gandhi ha funzionato». Un po’ come dire: «Vedete, basta fare la voce grossa con questi qui per ottenere quello che vogliamo». Un segnale negativo che costituisce un pericoloso precedente a livello internazionale. Dal canto suo, il ministro degli Esteri Salman Khurshid in Parlmento ha assicurato che nei confronti dei due marò «non ci sarà alcun rischio di arresto e il loro processo in India non rientra nei rarissimi casi in cui é prevista l’applicazione della pena di morte». Poi, pur rallegrandosi dell’esito «soddisfacente» della vicenda, non ha esitato a tenere per il collo il governo Monti dicendo che «le richieste italiane di incontri a livello diplomatico o di esperti non possono essere accettate. Ho chiarito che la Repubblica italiana è obbligata a rispettare l’impegno solenne assunto con la Corte Suprema». Tutta la questione, ha aggiunto il ministro, continuerà «a essere regolata dall’ordinanza della Corte Suprema del 18 gennaio 2013» in cui è stata fra l’altro disposta la costituzione di un tribunale speciale. In Italia il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha minimizzato, gettato acqua sul fuoco e ridimensionato le conseguenze della decisione: «I due marò non rischiano la pena di morte». Ergo, non ha alcuna intenzione di dimettersi. Ma il provvedimento del governo di rispedirli in India ha provocato la reazione durissima di tutto il centrodestra. «Se non fosse una tragedia sarebbe una farsa», ha scritto su Twitter Ignazio La Russa. Per Angelino Alfano si tratta di «una decisione tanto inaspettata quanto grave, che ha il sapore di un tragico ritorno all’Italietta. Così si perde la credibilità nazionale e internazionale». Fratelli d’Italia ha improvvisato nel pomeriggio un sit in alla Camera. I ragazzi presenti alla manifestazione esibivano uno striscione con la scritta: “Marò a casa e Terzi in India, vogliamo un’Italia senza paura”.