Marò, sorprendente voltafaccia del governo italiano. Monti li rispedisce in India

21 Mar 2013 20:19 - di Antonio Pannullo

Sorprendente decisione del governo italiano (uscente) e doppia brutta figura del premier Monti e dei suoi ministri, che prima fanno l’azione di forza per trattenere i due marò in Italia e pochi giorni dopo li restituiscono supinamente non si sa su quali basi: a quanto si apprende, dopo le decisioni assunte dal Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica), il governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai marò e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il governo ha deciso che torneranno in India nelle prossime ore. «Oggi, si legge in una nota di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Mario Monti, insieme al ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e al sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, ha incontrato i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane. La posizione del Governo era stata definita in mattinata in un’apposita riunione del Cisr presieduta dal presidente Monti, alla quale hanno partecipato i ministri degli Affari Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, dell’Interno Anna Maria Cancellieri, della Giustizia Paola Severino, della Difesa Giampaolo Di Paola, dell’Economia e Finanze Vittorio Grilli, dello Sviluppo Economico Corrado Passera, i sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni De Gennaro. Il Governo ha ritenuto l’opportunità, anche nell’interesse dei Fucilieri di Marina, di mantenere l’impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I Fucilieri di Marina hanno aderito a tale valutazione». Da lasciare senza parole. Se doveva finire così, è stata inutile la “sparata” (che oggi si può definire patriottarda) del governo italiano di qualche giorno fa, con la quale si prendeva posizione  – finalmente – sulla tormentata vicenda dei marò, accusando l’India di non aver rispettato i trattati, e decidendo di trattenere i militari in Italia. Questa ennesima “calata di braghe” da parte del nostro governo lascia avviliti e amareggiati gli italiani che si erano illusi di avere un governo degno di questo nome. In mattinata c’era stata la dichiarazione vagamente minacciosa del ministro indiano della Giustizia Ashwani Kumar, che avvertiva che «i marò possono ancora tornare in India entro il 22 marzo e che se ciò avviene si può porre rimedio a questa sfortunata situazione». A proposito della decisione della Corte Suprema di non riconoscere l’immunità dell’ambasciatore d’Italia, violazione nella violazione, il ministro ha precisato che «le autorità indiane sono obbligate ad adeguarsi agli ordini della Corte Suprema e che il non rispetto della dichiarazione giurata presentata alla Corte dall’ambasciatore costituisce una situazione che non ha precedenti». Il governo, aveva proseguito il ministro indiano, spiegherà «in modo assolutamente chiaro» la sua posizione nella prossima udienza del 2 aprile. Kumar ha poi aggiunto che il ministero della Giustizia e il dipartimento giuridico del ministero degli Esteri stanno esaminando la natura e l’applicabilità dell’immunità diplomatica in base alla Convenzione di Vienna. I due partiranno per l’India già stasera. Lo ha assicurato il sottosegretario De Mistura, che li accompagnerà, precisando che il governo indiano ha garantito che non ci sarà la pena di morte nei loro confronti. Risiederanno nell’ambasciata italiana e avranno ampia libertà di movimenti. Cominciano a emergere dunque accordi presi tra i due governi, e nelle prossime ore assisteremo probabilmente a rivelazioni sconvolgenti. Silenzio e dolore nelle case delle famiglie di Latorre e Girone che non vogliono commentare la notizia. Il Pdl ha espresso immediatamente la solidarietà ai nostri due soldati, criticando il governo Monti per la troppa superficialità con la quale prese la decisione di trattenere i marò in Italia. Per il sindaco di Roma Gianni Alemanno «il governo sta giocando sulla pelle dei nostri militari e sta facendo fare una brutta figura all’Italia».

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