Neanche Vendola crede in Pier Luigi: «Resto in Puglia». Il Pdl: «Svela in anticipo il fallimento della sinistra»
Tra la poltrona di governatore della Puglia e il seggio in Parlamento Nichi Vendola ha scelto la prima. «Abbiamo bisogno di stare saldamente al timone di questa nave che è la Puglia – ha detto Vendola – e continueremo fino a fine legislatura a fare del bene a questa terra, a provare a risollevarla». Una scelta che, secondo Angelino Alfano, «svela in anticipo il fallimento del progetto di governo del Partito democratico». Per il segretario del Pdl «la decisione di Vendola di restare alla guida della Regione Puglia non risponde, infatti, a impulsi emozionali, di appartenenza o di amore verso la propria terra, bensì all’amara consapevolezza che il progetto di governo del Pd non vedrà mai la luce». Dello stesso avviso Raffaele Fitto secondo cui la rinuncia «dimostra il fallimento dell’alleanza di sinistra che vorrebbe governare il Paese e di fatto anticipa le conclusioni di Bersani: non vi è alcuna possibilità di formare un governo di sinistra perché non ci credono neanche loro e la decisione di Vendola ne è la conferma». L’ex governatore pugliese sottolinea che «Vendola è stato di fatto obbligato a decidere subito, grazie alle nostre sollecitazioni e, in particolare, alla protesta dei consiglieri regionali di centrodestra che hanno occupato l’aula del consiglio per tre giorni e due notti pretendendo una scelta chiara e immediata nell’interesse della Puglia ormai da mesi abbandonata a se stessa». Tuttavia, aggiunge l’esponente del Pdl, «è evidente che mentre per noi è un successo politico l’aver ottenuto una risposta, per Vendola e la sinistra è l’ammissione di un doppio fallimento politico: quello nazionale di non riuscire a formare il governo e quello locale, con il timore della sinistra di perdere anche le elezioni regionali se si fosse andati ora a votare per la Regione».