Qualcuno a sinistra sta aprendo gli occhi: gli elettori del Pdl non sono i figli della tv-spazzatura
I figuranti di Mediaset, le pecorelle, i figli della tv-spazzatura, quelli che pendono dalle labbra di Barbara D’Urso. Gli elettori del centrodestra si cibano di reality, vivono di Amici, credono in Maria De Filippi e magari hanno imparato a memoria le canzoni dei Ricchi e Poveri. Subumani, come li ha definiti sdegnosamente Battiato e – prima di lui – gli intellettualoidi della sinistra, gli opinionisti e parecchi esponenti del Pd. Ma questo atteggiamento snob non regge, non incanta più nessuno. «Ho assistito alla manifestazione organizzata da “Micromega” – si legge in una lettera a Corrado Augias su Repubblica – e per arrivare a Piazza Santi Apostoli sono passato vicino ad alcuni gruppi diretti a Piazza del Popolo dove c’era la manifestazione opposta. “Tutti per Silvio”. Ho visto molte persone semplici, per lo più anziane, in prevalenza del Sud, insomma quelle di cui vorrei che la politica di sinistra si occupasse». Dall’altra parte, invece, «in una piazza piccola» c’era «il riformismo critico che si preoccupa della Costituzione». Da qui la domanda: «Quale delle due piazze riflette meglio questo Paese?». La risposta di Augias conferma la presa d’atto: «Il caso vuole che io abbia fatto una riflessione analoga» perché «il Pdl è forte soprattutto nel Mezzogiorno, la sua base è maggiormente composta dai ceti popolari. Purtroppo la sinistra è im-popolare, votata soprattutto dalle classi medie pubbliche e dai ceti intellettuali». La rappresentazione caricaturale di un pezzo d’Italia (tra l’altro un pezzo notevole) diventa un boomerang, è inutile, politicamente sbagliata e irritante. L’antico vizietto della sinistra di deridere o criminalizzare l’avversario non si placa. Ma forse la lezione di Piazza del Popolo è servita. Qualcuno comincia a capire che errare umanum est, perseverare autem diabolicum.