A difendere l’Imu restano solo i sopravvissuti della vecchia politica, piccoli figli della Merkel
Il più grande ostacolo da superare è quello dei sopravvissuti, che tentano di rimanere a galla con strumenti che la politica, per uscire dalla crisi di credibilità, ha cancellato con un colpo di spugna. Senza lo scontro, i sopravvissuti hanno poco spazio e quindi – anche in questa fase in cui il governo viene “battezzato” – hanno tutto l’interesse a differenziarsi, a far capire che loro dicono sì ma solo perché la strada è piena di curve e bisogna affrontarla con cautela. E non si pongono nemmeno il problema di apparire ostinati, chiusi nel loro orticello, incapaci di capire che le stagioni della politica cambiano rapidamente e bisogna adeguarsi. Dire che Berlusconi aveva ragione sull’Imu risulta difficile a chi ha fatto dell’antiberlusconismo una bandiera. E nonostante il cambio di marcia effettuato dal Cavaliere e apprezzato anche dagli storici avversari, in Italia e all’estero, restano loro, i sopravvissuti, a insistere. «Per molti di noi – ha detto Rosy Bindi nel suo intervento alla Camera – non è giusto sospendere l’Imu sulla prima casa». La scusa è bell’e pronta: le priorità sono altre. Evidentemente non ha ancora capito che la ricetta per far ripartire i consumi e per dare un po’ di ossigeno alle famiglie non è quella della Merkel. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con una scusa diversa, è il parlamentare (sempre del Partito democratico) Mauro Guerra. Il bersaglio è sempre l’Imu: «Occorre prima garantire ai Comuni la compensazione del gettito mancante». E giù con il tormentone ultradecennale delle difficoltà degli enti locali, pressapoco una riedizione delle polemiche che animarono il dibattito quando il governo Berlusconi cancellò l’Ici. Le voci dei sopravvissuti si sono poi moltiplicate, ma senza urli, quasi in punta di piedi, perché molti di loro sanno che parlare a favore dell’Imu oggi è un suicidio politico. Meglio aspettare un po’, a meno che questa nuova pagina della politica e la fine dell’antiberlusconismo sic et simpliciter – per ora ai primi passi – non prendano definitivamente piede. In tal caso i sopravvissuti si adeguerebbero. Per non restare ai margini. Ma sarà troppo tardi.