A Putin non piace la legge di Hollande sulle nozze gay: la Russia modificherà gli accordi con la Francia
La polemica sulle nozze gay esce dai confini della Francia, dove il socialista Hollande ha approvato in fretta e furia e con la forza la legge come se questa fosse il principale problema del Paese: il leader del Cremlino Vladimir Putin prospetta modifiche nell’accordo sulle adozioni con Parigi dopo che il parlamento francese ha approvato la legge che autorizza le unioni di coppie dello stesso sesso, che potranno sposarsi e adottare bambini. Lo riferiscono le agenzie russe. «Dobbiamo pensarci perché il problema è attuale, noi dobbiamo reagire a quello che succede intorno a noi», ha detto nella sua residenza fuori Mosca di Novo Ororiovo incontrando il presidio del consiglio dei legislatori, che riunisce rappresentanti dei parlamenti locali. «Noi rispettiamo i nostri vicini ma chiediamo il rispetto verso le nostre tradizioni culturali, etiche, legislative e verso le nostre norme morali», ha proseguito. «Ritengo che noi abbiamo il diritto di apportare cambiamenti» nell’accordo bilaterale sulle adozioni, ha aggiunto. In Russia l’omosessualità è rimasta reato sino al 1993, due anni dopo il crollo dell’Urss, ed è stata considerata malattia mentale sino al 1999. La contrarietà alle unioni omosessuali, alimentata anche dalla Chiesa ortodossa, è ancora molto diffusa, nonostante il successo del duo femminile Tatu, dovuto in parte alla presunta relazione lesbica delle cantanti. Finora tutte le parate gay, definite dall’ex sindaco di Mosca Iuri Luzhkov «opera di Satana» e «armi di distruzione di massa», sono state vietate e sono finite con manganellate della polizia o aggressioni scatenate da militanti ultraortodossi. Mosca ha già vietato le adozioni di bambini russi in Usa, ufficialmente per i numerosi casi di presunti maltrattamenti, ma il provvedimento è stato presentato anche come una ritorsione alla legge Magnitski, che negli Usa impone sanzioni a una lista di 18 russi per violazione dei diritti umani e presunto coinvolgimento nella morte in carcere a mosca dell’avvocato Serghiei Magnitski.