«Al partito di Lula una tangente da 7 milioni di dollari». Il mito della sinistra internazionale peggio di Fiorito?

6 Apr 2013 19:13 - di Redazione

La procura della Repubblica presso il Tribunale di Brasilia ha chiesto ieri alla Polizia federale (Pf) di avviare un’inchiesta su una delle denunce fatte dal pubblicitario Marcos Valerio – considerato il gestore dello schema di corruzione conosciuto come “Mensalao” – e che coinvolgono direttamente l’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva. In base alle dichiarazioni rese da Valerio davanti ai magistrati inquirenti lo scorso settembre – in pieno svolgimento del processo sul “Mensalao” davanti al Supremo tribunale federale (Stf) – Lula avrebbe autorizzato il trasferimento di 7 milioni di dollari dalla filiale della Portugal Telecom a Macao, in Cina, per finanziare il suo partito (Partido dos trabalhadores, Pt, di sinistra) in vista della campagna elettorale del 2005. Secondo il pubblicitario, in particolare, l’ex capo di Stato e l’allora ministro delle Finanze, Antonio Palocci, avrebbero avuto una riunione con il presidente della Portugal Telecom, Miguel Horta, proprio nella sede della presidenza della Repubblica a Brasilia. Valerio – già condannato a oltre 40 anni di carcere per vari reati, tra cui associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio – ha anche accusato Lula di essere stato a conoscenza sin dall’inizio dell’esistenza del “Mensalao”, dal nome della tangente mensile pagata dal Pt ad alcuni deputati d’opposizione perché approvassero i progetti del suo governo (2003-2010). Il caso “Mensalao” – ritenuto il più grande scandalo di corruzione nella storia del Brasile – si è concluso con la condanna al carcere, tra gli altri, dell’ex braccio destro di Lula, José Dirceu, e dell’ex presidente del Pt, José Genoino.

Lula da Silva, l’ex sindacalista che è stato presidente del Brasile per due mandati consecutivi, dal 2003 al 2013, è tuttora considerato un’icona della sinistra internazionalista. Grazie alla sua spinta propulsiva il Forum no global di Porto Alegre ebbe la sua massima popolarità e fu proprio il suo governo a fermare con ogni mezzo l’estradizione del terrorista italiano Cesare Battisti, considerato dai “companheros” brasiliani alla stregua di un dissidente politico. Qualora venissero confermate le accuse nei confronti di Lula, andrebbe riscritta la storia di un politico additato per anni come modello dalla sinistra italiana.

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