Al via le consultazioni di Letta. Maroni: «La Lega non entrerà al governo»
Il presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta, ha iniziato le consultazioni per la formazione del governo. La prima delegazione a essere ricevuta, nella Sala del Cavaliere di Montecitorio, è stata quella di Sinistra e libertà, con i capigruppo del Senato, Loredana De Petris, e della Camera, Gennaro Migliore. La posizione del partito di Vendola è racchiusa nello slogan «opposizione costruttiva». Mentre Roberto Maroni, segretario della Lega Nord al termine dell’incontro con Letta pone tre condizioni (macroregione, risorse per il 75 per cento al nord e sistema federale) per entrare in maggioranza. «Attendiamo di sapere se saranno punti del governo se no staremo all’opposizione, concreta non ideologica che con il governo vuole sviluppare un rapporto dialettico». Una cosa è certa: «Ho trovato Letta molto determinato e concreto e consapevole che se il suo tentativo fallisce si va alle elezioni anticipate». Su posizioni analoghe Fratelli d’Italia. «Abbiamo ribadito l’intenzione di non dare la fiducia – dice Guido Crosetto – perché non crediamo nella fusione a freddo e abbiamo il dubbio che sarà una riedizione del governo Monti», ciononostante «abbiamo esposto la nostra disponibilità alla collaborazione sui temi che fanno parte del nostro programma, a cominciare dal lavoro, e che risolvano i problemi del Paese».
Sul fronte Pdl, tra i retroscenisti di Palazzo Grazioli vengono dati tre punti fermi nelle condizioni poste da Silvio Berlusconi: «Via l’Imu, un governo che duri tre anni e Schifani al Viminale al posto della Cancellieri». E se nel Pd già si palesano i mal di pancia e c’è chi mette i paletti sugli incarichi agli esponenti di centrodestra («L’idea di votare un governo con Gelmini o Quagliariello mi fa schifo», ha detto il deputato prodiano Gozi) il Pdl, attraverso Maurizio Lupi al Corriere della Sera, ribadisce le linee guida, che sono quelle espresse dal discorso di Napolitano: «Stimiamo molto Letta, persona giovane e capace. E immaginiamo che sappia bene che quello che serve al Paese è un governo duraturo e quindi forte, e aspettiamo la sua proposta politica”. Tuttavia, precisa il parlamentare Pdl, «non esiste che si possa dire che all’Economia ci debba andare per forza un tecnico, che agli Interni non si possa toccare il ministro, tecnico, che c’è perché è brava, che alla Giustizia serva un esperto…». Lupi ribadisce: «Veti inconcepibili come quelli sentiti in queste ore, i “no alla Gelmini, a Brunetta, a Quagliariello” non li accettiamo. Sono frutto di pregiudizi: noi proporremo dei nomi, che andranno valutati per autorevolezza e competenza dal premier incaricato, ma che non possono ricevere alcuno stop preventivo».