Dopo Monti, Prodi: ma gli italiani che hanno fatto di male per vivere con l’incubo dei Prof?
«Benvenuto, futuro presidente». Una sola persona gliel’ha detto, in quel di Lucca, alla presentazione di un libro. E lui, con un sorriso beato, ha anche fatto il tipo scherzoso, colpendo l’interlocutore con un giornale arrotolato. Le sue prime parole da possibile, futuro inquilino del Colle (nel giorno in cui l’inserimento nella rosa delle “quirinarie” di Grillo gli fa sognare una convergenza Ms5-Pd sul suo nome) sono state memorabili e tipiche del suo vocabolario: «Spero che l’Italia abbia un futuro migliore». Bontà sua. Romano Prodi si sta leccando i baffi, comincia a crederci, s’è convinto di essere in pole position nella corsa al Quirinale e fa lo scaramantico. Il cerchio si chiude, è il progetto acchiappatutto di Bersani. Quel che il Prof e il Pd fingono di non capire è che una sua elezione sarebbe il suicidio politico della sinistra. In una stagione nuova – che vede saltati tutti i vecchi schemi – forzare la mano per “piazzare” un personaggio di basso gradimento popolare e destinato a creare ulteriori divisioni significherebbe fare un salto nel vuoto e perdere di credibilità. Eppure basterebbe un giro negli autobus e qualche minuto sul web per tastare il polso alla gente. Il Pd capirebbe che gli italiani non hanno affatto la memoria corta, anzi. Spuntano come i funghi i gruppi che non vogliono Prodi presidente, con migliaia di iscritti, impazzano immagini dello stesso Prodi ora abbracciato con Bersani e ora abbracciato con Monti, vengono riciclate le istantanee delle sue scorrazzate in bicicletta e le foto-ricordo dei festeggiamenti con Veltroni e D’Alema per l’entrata dell’Italia nell’euro, con il cambio più inconcepibile della storia monetaria internazionale che ha “ammazzato” le famiglie come poi le ha “ammazzate” Monti. Non a caso sono chiamati tutt’e due Professore. Ma su Facebook gira vorticosamente soprattutto la celebre frase di Prodi, che andrebbe scolpita nelle pietre: «Con l’euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più». Invece di avere l’ambizione di fare la scalata alla presidenza della Repubblica, Prodi provi a spiegare agli italiani che la colpa delle loro difficoltà economiche non è in gran parte sua. Se ci riesce. A sua volta Bersani provi a spiegare per quale motivo vuole Prodi al Quirinale. Se ci riesce. Ma soprattutto Prodi e Bersani abbiano la pazienza di ascoltare le risposte della gente. Se ci riescono. Non basta farsi chiamare Professore per avere il lasciapassare politico. Monti docet. E in tanti cominciano a chiedersi: che abbiamo fatto tanto di male per dover avere sempre un Professore tra i piedi?