Femen. La politica della tetta nel Circo globale
Sono molto fiero di questo titolo. Fa sembrare quasi che l’argomento di cui scrivo abbia una sua rilevanza. Invece il punto è proprio che non ce l’ha. Eppure da mesi non si riesce a ignorarlo. Perché ignorarlo invece sarebbe l’unico atteggiamento sensato. Come quando un bambino viziato dice parolacce e fa schifezze per farsi notare. Che fai? O gli dai uno scapaccione o lo ignori. Invece i media non funzionano così. Sopratutto se gli fornisci una tettina fresca di giornata. E il manager di questa specie di gruppo rock che non sa né cantare né suonare lo sa bene. Aveva per le mani una bella ragazza sufficientemente motivata a diventare una vedette a ogni costo. Avrebbe voluto essere un’emula delle Pussy Riot (le quali, francamente, sono un altro bluff musicale e mediatico) ma non sa fare nulla: è solo bionda, slanciata e giovane. Quindi il suo manager le ha trovato un paio di figuranti dotate anch’esse di tette e ha messo in piedi questo bel circo. Basta andare sul loro sito per rendersi conto che si tratta di un’operazione di puro marketing. Giovanette seminude in pose da fotomodella professionale, con banalità scritte addosso spesso in inglese maccheronico, video della “leader” che si rotola a terra in varie piazze del mondo – spesso incurante delle temperature – per sottolineare il suo consenso alle più grandi scontatezze politicamente corrette del pianeta (no alla guerra, no alle pellicce, no al debito, no a Putin e Berlusconi…). Esilaranti le didascalie – anch’esse in un inglese da far torcere le budella – che dispensano epiteti sottili a tutti i “nemici” dell’umanità e quindi obiettivi degli attacchi delle Femen. Berlusconi è un pedofilo mafioso, Putin un assassino, ladro e terrorista, il Papa fa cose irripetibili e i preti cattolici fanno sesso coi bambini e vogliono mettere i gay nei lager. L’aborto è fico. Tutte le religioni a ben vedere fanno schifo, perché sono contro i gay e le donne. La peggiore ovviamente è l’Islam, perché costringe le donne a coprirsi, mentre la natura femminile si realizza mostrando tette e culi ai passanti. Anche le femministe tradizionali sono sgradite a Femen, perché hanno rinunciato al coraggio vero (che è sempre appunto mostrare tette e culi). Per finanziare la rivoluzione e la liberazione di tutta l’umanità dai vari mali, le Femen vendono calendari e poster con le loro tette e organizzano feste in locali parigini in cui si mettono in mostra a pagamento. Quando ero piccolo c’erano dei localini così. Erano un po’ nascosti e ci andavano solo anziani maschi e militari. Non era né chic né politicamente corretto. Ma i tempi cambiano.