Frana la giunta Crocetta: non c’entrano i grillini, ora la crisi è tutta interna
Anche il modello Crocetta, icona della sinistra (tanto che Bersani a febbraio era andato a lezione dal governatore), comincia a mostrare le sue più profonde crepe. E non solo per le tensioni con i grillini che hanno dato filo da torcere al governatore siciliano e alla sua maggioranza, ma anche e, soprattutto, per le frizioni che sono scoppiate all’interno della sua coalizione. A corto di fondi la Regione vota la finanziaria, ma la stabilità del governo “rivoluzionario” siciliano si è infranta sull’articolo 14 della manovra economica regionale. Un emendamento per i vigili urbani di Messina, sostenuto da deputati messinesi di Pd e Udc, ha inceppato la scorsa notte all’Ars il cammino della finanziaria. In un clima incandescente, con accuse di Crocetta alla sua maggioranza, il presidente dell’assemblea Giovanni Ardizzone ha sospeso i lavori e ha aggiornato la seduta a stamattina. Restano da esaminare e votare una ventina di articoli della manovra, che dev’essere varata entro la mezzanotte di oggi. Altrimenti si rischia il commissariamento. L’emendamento per Messina stanziava inizialmente un milione e 200mila euro per la polizia municipale della città, poi ridotti a 700mila euro con un subemendamento del movimento Cinque stelle, associatosi all’iniziativa in favore dei vigili messinesi. Una norma voluta da un gruppo di parlamentari messinesi che, secondo il presidente della Regione, non rientrava nel patto tra maggioranza e opposizione sancito per spianare la strada alla legge di stabilità entro oggi, ultimo giorno utile per varare la manovra (scade l’esercizio provvisorio). L’accordo, ha spiegato Crocetta, era quello di evitare la presentazione in aula di emendamenti “pro-deputato”, norme che rappresentassero interessi di parte legati a bacini elettorali dei singoli parlamentari. E invece, nel cuore dei lavori d’aula, è spuntato l’emendamento sostenuto da quattro deputati (tre del Pd e uno dei Drs, gruppo che sostiene il governo) e votato in aula. Ma il caso ormai era innescato. Il clima a sala d’Ercole si è infiammato di colpo. Nicola D’Agostino (Udc) per primo ha gridato al “tradimento” degli accordi, poi è stata un’escalation di tensione tra deputati. A quel punto Crocetta ha accusato Pd e Udc di non sapere gestire i propri deputati e ha parlato di norme che in realtà sono veri e propri “aiuti di Stato”. «Tutto questo è inammissibile, non lo consento», ha urlato in aula il governatore. Stamattina la nuova seduta. Ma sarà una corsa contro il tempo, sono ancora tante le norme da esaminare, tra cui quella che riguarda i precari ex Pip, oltre tremila persone che per tutta la giornata hanno tenuto sotto assedio il Palazzo durante i lavori parlamentari. La Regione ha pochi soldi in cassa, nel fondo globale per finanziarie leggi di spesa da qui alla fine dell’anno non ci saranno più di 10-15 milioni di euro. E la finanziaria, allora, rappresenta una delle poche chance per i deputati di dare risposte ai territori.