CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Gli impresentabili danno un’altra lezione alla sinistra: sono i soli che non hanno perso tempo

Il commento - di Francesco Signoretta - 25 Aprile 2013 alle 20:28

Ora tutti dicono che bisogna far presto, dal cardinale Bagnasco alle imprese, dai mercati alle cancellerie internazionali. Tutti sostengono che sarebbe un suicidio tergiversare sul governo, esitare, andare avanti con i bilancini e le trappole correntizie. Gli ultimi reduci della sinistra cercano di resistere, resistere, resistere – tanto per usare un’espressione cara a Santoro – urlando che con il centrodestra non si va a patti e tirando fuori dal cilindro pregiudiziali antifasciste, antiberlusconiane, anticapitaliste e qualsiasi altro anti utile alla causa. Sono solo strategie di piccolo cabottaggio, che non cambiano la realtà delle cose: in tutta questa vicenda post-elettorale, gli unici a non aver perso tempo sono stati gli impresentabili e questo è inconfutabile. Ancora adesso, come ha sottolineato Alfano, solo gli impresentabili non hanno posto questioni di poltrone, cadreghe o cadreghine. L’unica condizione è il recepimento degli otto punti messi uno dietro l’altro dal Pdl, dall’Imu sulla prima casa.  Proposte che servono per invertire la rotta rispetto al passato e rendere possibile l’aggancio alla ripresa internazionale dell’Italia, da cui dipende il rilancio produttivo e la creazione di posti di lavoro. Tasse zero per l’azienda che assume un giovane e Irpef meno pesante per i lavoratori, ma anche la casa in cui si abita esentata dall’imposta comunale sugli immobili, una burocrazia meno opprimente e la realizzazione delle necessarie strutture infrastrutturali. Una specie di “decreto salva-Italia”, come ha sintetizzato Berlusconi. Aggiungendo: «Se ci dicono che siamo impresentabili non possiamo non reagire con durezza». Specie con chi – a sinistra – ha dimostrato nei fatti di essere veramente impresentabile, senza bisogno che ci sia un’Annunziata o un Vendola a ricordarglielo.

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25 Aprile 2013 alle 20:28