Grillo vuole umiliare di nuovo Bersani. E in cambio gli offre lo zuccherino dell’antiberlusconismo

16 Apr 2013 18:21 - di Francesco Signoretta

Detto fatto, un’altra incursione a orologeria, proprio come le inchieste della Gabanelli e gli scandali usa-e-getta partoriti ad arte da alcuni giornali per dare il battesimo alle campagne elettorali. Grillo, dopo una pausa di silenzio, torna a parlare, rifila due o tre ceffoni in pieno viso a Bersani, sfodera l’insulto di rito al Cavaliere – tanto per condizionare il dialogo Pd-Pdl con l’arma dell’antiberlusconismo – e alla fine getta lo zuccherino velenoso al leader del centrosinistra, dandogli l’illusione dell’intesa nel caso in cui decidesse di sottoporsi a una nuova umiliazione: passare sotto le forche caudine votando a presidente della Repubblica la candidata proposta dai grillini. Una strategia a tutto campo, che finisce per puntare la pistola alla tempia di Bersani. Resta da verificare se lo stesso Bersani deciderà di arrendersi pur di sedersi sulla poltrona di premier o se avrà uno scatto d’orgoglio. Il capo dei Cinque Stelle, in premessa, se la prende col Cav, l’offesa gli è utile per riportare a sé i reduci della vecchia politica, quelli cioè che hanno fatto dell’antiberlusconismo l’assicurazione della loro vita (politica) e che ora si sentono orfani: «Berlusconi è una salma riportata in vita e Roma è il cimitero della democrazia», ha affermato Grillo in un comizio elettorale a Zoppola. «La preoccupazione riguarda il fatto che ci sono ancora svariati milioni di persone che lo hanno votato, mentre lui li prende in giro». Un giro di parole che riporta al concetto degli impresentabili, tanto caro a un’altra giornalista schierata, l’Annunziata. Poi però ha lanciato un sospetto, con un’accusa vaga ma molto pesante, presumibilmente contro il centrosinistra: «Hanno cercato di comprare i nostri senatori, ma non ci sono riusciti. Qualcuno dei nostri se ne andrà, è fisiologico, siamo in 162 e qualcuno ci lascerà. Ma noi proseguiremo e continueremo a sostenere la nostra posizione col Pd, col Pdl, con chiunque condivida il nostro programma». Già questo dovrebbe indurre Bersani a reagire. E invece, niente. Poi l’exploit, l’apertura di facciata che diventa un’offesa: «Volevo dare un consiglio a Bersani: senza ironia, senza battute, seriamente. Potrebbe essere un punto di incontro», ha detto Grillo in un video registrato sul suo camper e trasmesso sulla web tv La Cosa. «Voti la Gabanelli, voti una signora che bene o male ha sempre fatto il suo lavoro, una che non ha mai fatto inciuci con Berlusconi. Potrebbe essere veramente un inizio di una chissà… Collaborazione? Può darsi. Chi lo sa». Quel chi lo sa è l’umiliazione: Bersani faccia quel che dico io, si sottometta e poi, forse, gli concedo una caramella. Al leader del Pd l’ardua sentenza. Mai accettare caramelle dagli sconosciuti.

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