Il Pdl avverte: «Prima il Quirinale, poi il governo. Ma non faremo i portatori d’acqua»
«Il clima sta cambiando. È possibile aprire un tavolo per arrivare a uno sblocco. Qualcosa si muove nel campo del Pd e va incoraggiato». Lo osserva in un’intervista al Corriere della Sera l’ex ministro Altero Matteoli, convinto che «all’interno del Pd ci sia un’area del buon senso con la quale ci potremmo accordare». Per Matteoli il Pd «è diviso» e «non è più una questione Renzi-Bersani» ma «Bersani-Franceschini». Ora «tocca a Bersani dire una parola chiara». Anche perché «l’unica alternativa è tornare al voto. E noi siamo in una situazione favorevole. Tutti i sondaggi ci danno in testa. Ma tornare a votare con il clima che c’è sarebbe da irresponsabili». Governo ed elezione per il Quirinale devono andare in parallelo? Sono cose che «vanno divise – premette il senatore Pdl – è però inevitabile che se ci si siede a discutere su come fare un governo assieme si finisca per parlare anche di chi sarà il successore di Napolitano». Come nota Renato Schifani, «già la scelta di un presidente della Repubblica largamente condiviso sarebbe un grosso passo in avanti». L’auspicio del capogruppo del Pdl al Senato, è «che l’interesse del Paese prevalga sulle alchimie e sui pregiudizi di carattere politico in capo al Partito democratico». Secondo Schifani, il Pd fino a oggi «ha fatto prevalere al proprio interno la logica della tutela dell’identità del partito sull’interesse nazionale». E sull’offerta di Bersani (condivisione sul Quirinale ma governo Pd), Schifani replica: «Noi non abbiamo avuto nessun pregiudizio nel manifestare disponibilità che il governo sia anche a guida Bersani. Il problema non è la guida, ma la composizione, le forze che intendono contribuire alla soluzione dei problemi del Paese». Il Pdl è pronto ma, come avverte Fabrizio Cicchitto, «se qualcuno pensa che il Pdl possa fare il portatore d’acqua a chi ci chiede di far passare un governo Bersani senza una intesa politica e programmatica perché siamo “impresentabili”, fa un incredibile errore di arroganza e in effetti vuole andare dritto alle elezioni».