L’arte del ritratto secondo De Chirico

22 Apr 2013 11:34 - di Redazione

“Giorgio de Chirico. Il ritratto – Figura e forma” è il titolo della mostra ospitata nella Fortezza di Montepulciano in cui si potranno ammirare  68 opere dell’artista provenienti dalla collezione della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma. In programma dall’8 giugno al 30 settembre 2013, la mostra dedicata allo straordinario inventore della pittura metafisica arricchisce il ciclo delle esposizioni estive inaugurato nel 2011 con la collezione dei Macchiaioli e proseguito lo scorso anno con “Il drago e la farfalla. Immagini di Cina a Montepulciano”.

La prossima estate sarà quindi caratterizzata da un evento artistico unico che offrirà al pubblico italiano e internazionale l’occasione per approfondire i temi classici del ritratto e dell’autoritratto svolti nelle loro molteplici forme dal “Pictor Optimus”. Il percorso che si snoda attraverso 68 opere, 44 dipinti, 7 sculture e 17 lavori su carta, ripercorre cinquant’anni (1925-1976) della produzione artistica di de Chirico e si completa con una sala dedicata alla proiezione di un documentario storico.

Tra le opere più significative della sezione dedicata al ritratto classico, si distinguono il celebre Autoritratto nudo del 1945, il grande Bagnanti (con drappo rosso nel paesaggio) anch’esso del 1945, l’Autoritratto nel parco con costume del Seicento (1959) e il Ritratto di Isa, vestito rosa e nero (1934). Nella sezione della Neometafisica troviamo i più famosi soggetti dechirichiani: i manichini, rappresentati da Ettore e Andromaca(1970), il celebre tema della Piazza d’Italia, con Piazza d’Italia con statua di Cavour (1974) e l’Archeologo con Il Pensatore (1973) e il sorprendente Meditatore (1971).

“Il progetto – spiega la curatrice Katherine Robinson – vuole esplorare il ruolo che la figura umana, o umanizzata, gioca nella costruzione dell’universo iconografico e pittorico di de Chirico, autore che, andando ben oltre il tema tradizionale del ritratto, pone dei quesiti che ci avvicinano al grande mistero dell’esistenza.”

 

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