Ma quale candidato della rete. Solo in 4mila hanno votato Rodotà
Purché se ne parli, deve aver pensato. E così Beppe Grillo ha reso noti i numeri delle Quirinarie on line suscitando un nuovo tsunami sulla rete. Non favorevole per i Cinquestelle, accerchiati da ogni parte. Sfogliando le cifre delle votazioni per i candidati al Colle si scopre che i votanti sono stati soltanto 28.518 (più o meno la metà degli iscritti). E che il tanto osannato Stefano Rodotà, il salvatore della patria che ha infiammato i grillini che sono scesi in piazza nel suo nome, ha ottenuto lo scarno bottino di 4677 voti. Al primo posto, come è noto, si è piazzata Milena Gabanelli (con 5796 voti), che ha rifiutato la sfida e subito dietro il medico e fondatore di Emergency Gino Strada che ha collezionato 4938 voti. Non si contano i commenti sarcastici e le facili ironie sul web. Le Quirinarie saranno anche stato il primo, lodevole, tentativo di introdurre una “democrazia diretta” nell’elezione del Capo dello Stato, ma non si può certo dire che l’ex presidente dell’Authority per la privacy sia stato il candidato scelto dalla rete. Le preferenze espresse, almeno su Twitter, raccontano una storia diversa. La maggioranza relativa dei tweet è stata chiaramente a favore di Emma Bonino, che Grillo si è ben guardato dal prendere in considerazione. Rodotà, però, ha le carte in regola per fare la bandiera degli indignados antiberlusconiani. «Sono scandalizzato: mentre Napolitano diceva dell’irresponsabilità dei partiti, quelli applaudivano invece di stare zitti», ha detto intervistato da ll manifesto, «da tutta questa vicenda è uscito vittorioso Berlusconi. Non posso mettere fra parentesi il fatto che la larga intesa si fa con il responsabile dello sfascio e della regressione culturale e politica di questo Paese».