Prove Invalsi, scampato pericolo per i maturandi: entreranno a regime nel 2015

9 Apr 2013 20:56 - di Redazione

Niente ansia per il mezzo milione di studenti per i quali si avvicina l’esame di maturità: le prove Invalsi, di valutazione complessiva del corso di studi, non saranno una novità dell’esame 2013, ma verranno inserite gradualmente a partire dal 2014, fino ad entrare a regime tra due anni, nel 2015. Per ora, rimangono tutte le prove previste per la maturità, compresa l’ormai consueta terza prova, ma non i quiz Invalsi. Scampato pericolo. Il “percorso” è stato illustrato dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, e dal commissario straordinario dell’Istituto di valutazione,  Paolo Sestito, in un incontro riservato con i sindacati. Profumo ha accolto positivamente il progetto. «La scuola è molto pronta all’innovazione e tutte le volte che è stata sollecitata ha dato risposte migliori di quanto ci si aspettasse». Tre saranno gli ambiti delle prove Invalsi a partire dal 2015: italiano, matematica e inglese, anche se non si è ancora deciso se la prova in lingua straniera sarà a una prova a se stante o parte integrante delle altre due. Inoltre, i test avranno anche una valenza di orientamento post scolastico, con un progetto di introdurre ambiti specifici sia per l’indirizzo di studio, sia su base personale. Altra indicazione è quella che le prove potranno avvenire nella parte centrale dell’anno scolastico, anche in vista dell’orientamento, mentre l’obiettivo è quello di arrivare ad una «prova somministrata su computer». Almeno per il 2014, però, l’Invalsi pensa di spacchettare il quiz nell’arco di una decine di prove con scuole di tutta Italia. Intanto, le scuole potranno decidere se utilizzare i risultati come elemento valutativo degli alunni e anche come mezzo di orientamento e di selezione per l’università. Molto probabilmente, nel 2014 si avvieranno anche le sperimentazioni per la prova di inglese che affiancherà le altre due materie «storiche» dei test: italiano e matematica. «C’è la possibilità che la prova di inglese sia considerata un pezzo della prova delle due materie di base o avere una vera e propria prova a parte che testi la conoscenza della lingua». E dal 2016 potrebbero essere introdotti «altri ambiti disciplinari specifici» in base alle scuole, con una «valenza orientativa nei confronti del singolo ragazzo» per la scelta dell’università.

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