“Giallo” sulla scissione nella Lega, Bossi e la moglie vanno dal notaio. Poi il senatùr smentisce…
La scissione sembrava vicina: “Umberto Bossi, accompagnato dalla moglie Manuela e da alcuni fedelissimi, ha depositato presso un notaio gli atti per la nascita di un nuovo soggetto politico”, ha annunciato un flash di agenzia. Poi è arrivata la smentita del senatùr: «Resto, non ho mai pensato ad un altro partito», ha detto. Ma lo scontro in atto è certo. Oggi, a distanza di quasi trent’anni, i dissapori con il nuovo segretario, che sta epurando il partito dai fedelissimi di Bossi, rischiano di mettere fine a un periodo storico. Nonostante il tentativo di ridimensionare la vicenda da parte del segretario, che ha frenato: «Non c’è alcuna retromarcia, ma una nuova procedura che è stata applicata», ha detto il segretario federale Roberto Maroni, rispondendo a margine di un incontro a Milano a chi gli ha chiesto se c’è stato un dietrofront sulle richieste di espulsione di esponenti lombardi del Carroccio, fra i quali Marco Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera. «È stato interpretato male il provvedimento perché c’è un nuovo regolamento in vigore dal primo gennaio 2013 che prevede una procedura diversa e più garantista rispetto a prima ed è quella seguita da Matteo Salvini», ha aggiunto Maroni, spiegando che “la richiesta fatta dal consiglio nazionale prevede l’audizione da parte del segretario nazionale, che Salvini sta facendo, e la proposta al comitato di garanzia dei provvedimenti sanzionatori”. Ad esacerbare gli animi è staata anche una battuta contro il senatùr del sindaco di Verona, maroniano, Luca Tosi: «Con Bossi non ci sentiamo mai, qualche volta ci si vede in via Bellerio. Ma voi chiamereste mai uno stronzo al telefono?», ha detto alla “Zanzara”. Salvo poi rettificare: non ce l’avevo con lui.