Sul nome di Prodi si abbatte l’ira del centrodestra: «Bersani vuole la rottura, è una ferita per il Paese»
Il Pd sceglie la linea di rottura col Pdl. Le faide interne al partito di Bersani riaprono fatalmente a Prodi i portoni del Quirinale. Un leader sempre più opaco e messo all’angolo, ha dovuto sconfessare il percorso di ricucitura col Pdl che era confluito nell’accordo sul nome di Franco Marini, personalità che forniva garanzie di dialogo con tutte le parti politiche. Non sia mai. Con Prodi si torna, così, alla rottura. Sono chiari i primi commenti dopo la scelta dell’ex competitor di Berlusconi uscita dalla riunione di un Pd finalmente “ritrovato” sull’unico candidato “sgradito” al Cavaliere. «Il Pd prima ha realizzato con noi una intesa su Marini che poi non ha potuto o voluto onorare. È evidente che la scelta su Prodi è di rottura», sostiene Fabrizio Cicchitto. Una rottura non solo col Pdl, aggiunge Maurizio Gasparri: «Quella di Prodi è una scelta che divide. Il contrario di quello che serve all’Italia». Anzi, «la scelta costituisce una ferita per milioni di italiani, un modo di lacerare il Paese e di alimentare divisione e contrapposizione: esattamente il contrario di ciò che una candidatura al Quirinale dovrebbe fare», puntualizza Daniele Capezzone, coordinatore dei dipartimenti Pdl. Con una sottolineatura non indifferente: anche i renziani alla fine hanno gettato via la maschera e «hanno scelto la via della restaurazione». Del resto, il sarcasmo di Maurizio Lupi parla chiaro:«I comunisti non cambiano mai. Prima gli interessi di un partito sfasciato e allo sbando e poi quello degli italiani. Grazie all’inciucio con i grillini avremo Prodi presidente della Repubblica. Il nuovo che avanza!!! Povera Italia». Argomenta, quindi, Gaetano Quagliariello: «Ne abbiamo viste di tutte, vedremo anche questa. Il Pd in 24 ore ha fatto tutto e il contrario di tutto. Ha l’elettrocardiogramma impazzito». Una piroetta a 360 gradi, una candidatura irricevibile per il Pdl: «Sceglieremo un candidato alternativo che decideremo nelle prossime ore», spiega ancora Cicchitto. «La segreteria Bersani è inaffidabile a questo punto. Il Pd con il 29% sta prendendo tutte le cariche dello Stato. Sul governo l’elezione di Prodi chiuderebbe qualsiasi ipotesi di larghe intese».