Berlusconi infiamma la piazza e sfida i provocatori: «Non mi faccio intimidire, forse non mi conoscono…»

11 Mag 2013 19:47 - di Antonella Ambrosioni

Il clima di tensione creato ad arte a Brescia non scalfisce la sicurezza di Berlusconi. «Sono venuto qui in piazza per dirvi tre parole: io sono qui, io sono qui e resto qui più determinato e convinto di prima. Se qualcuno pensava di spaventarmi e di intimidirmi si è sbagliato di grosso e resterà deluso». Sale sul palco ed esordisce così,nonostante il clima intimidatorio e nonostante gli esponenti dei centri sociali bresciani continuino a contestare gli esponenti del Pdl mentre arrivano alla manifestazione. I gruppuscoli continuano a urlare, ma «il Pdl non si fa spaventare e non si fa intimorire», esclama Berlusconi, tra canti, musica applausi e il “Meno male che Silvio c’è”, che ha già accompagnato gli altri due bagni di folla di Roma e di Bari. «Questo siamo noi e il nostro amore è più forte della loro invidia e odio. Ripete da piazza Duomo: «Se volevano intimidirmi vuol dire che non mi conoscono». E non si riferisce certo solo al clima di tensione cittadino. «Dei giudici non imparziali vogliono eliminarmi, perché da 20 anni sono l’unico ostacolo tra la sinistra e il potere». Entra nel merito Berlusconi: «L’assurda condanna su Mediaset non mi farà fare un “fallo di reazione”, come qualcuno ha sperato», dice scegliendo un’efficace metafora calcistica, «continuerò a sostenere il governo», ribadisce come già aveva detto nei giorni scorsi. «Sono leale e rispetto gli accordi». Riformare la giustizia è però una priorità per gli italiani. «Ieri sera ho visto le immagini Tortora – racconta – quando diceva ai giudici “io sono innocente e spero dal profondo del mio cuore che lo siate anche anche voi”. Ed è questo il sentimento di tantissimi italiani che ogni giorno entrano nel tritacarne infernale della giustizia». Rilancia quindi il tema della responsabilità civile dei magistrati e della separazione delle carriere. E, infine, la riforma della carcerazione preventiva. Una vera e propria road map per dare alla giustizia italiana un volto più umano e liberale: «Ci sono dei magistrati accecati da pregiudizio e odio nei miei confronti io da qui voglio mandargli un messaggio: potete farmi di tutto ma c’è una cosa che non mi potrete impedire, cioé di essere il leader del Pdl, fino a quando molti milioni di italiani lo vorranno». Il popolo del Pdl applaude.

“Chi non salta comunista è”, saltella la piazza. Ma Berlusconi per questa volta declina l’invito non rinuncia a sdrammatizzare il clima: «Non posso saltare – allarga le braccia  e sorride quasi a scusarsi – con loro ci siamo al governo». Via quindi con le cose concrete: «Solo al governo possiamo mettere in campo le nostre ricette per uscire dalla crisi», spiega elencando gli impegni presi e i risultati per ora incassati: «Da giugno non si pagherà più l’Imu. Dobbiamo essere soddisfatti, da ora in avanti la tredicesima non sarà presa come accaduto a dicembre per pagare l’Imu e mai più la casa dovrà essere aggredita come si è fatto con quella tassa», afferma Berlusconi, aggiungendo gli altri nodi cruciali per il Pdl al governo: «L’iva non deve aumentare, bisogna tagliare le unghie al mostro Equitalia che imperversa su famiglie e imprese e detassare completamente le nuove assunzioni». L’agenda del Pdl andrà avanti, dunque, nonostante tutto, nonostante la commozione. Si interrompe. «Volevo dirvi ancora molte altre cose, le ho scritte fino a notte fonda. Ma la vostra accoglienza mi ha troppo emozionato e sono sopraffatto». Ringraziando la folla Berlusconi è poi andato via in auto.

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