Bossi vuole riprendersi la Lega: Maroni è un ingrato. La replica: solo opinioni personali, il leader sono io
“Devo ricostruire la Lega, l’hanno distrutta”. Lo dice Umberto Bossi in un’intervista al Fatto Quotidiano dove aggiunge: “Aspetto il Congresso, mi candiderò prima che non ne rimanga più nulla”. Per Bossi Maroni “ha trasformato i nostri ideali in burocrazià” ed “ha troppe poltrone e si dimentica delle cose. Io la base non l’ho mai abbandonata”. L’ex numero uno del Carroccio dà così libero sfogo a un malumore che era noto da tempo. Nell’intervista Bossi afferma di aver abbandonato l’idea di dare vita ad un nuovo partito: “Volevamo e potevamo farlo. Per recuperare i tanti che sono stati cacciati, allontanati, emarginati ingiustamente dopo aver dato la loro vita per la Lega. Una vergogna. Poi però – aggiunge – ho preferito non spaccarla e ora tenteremo di riprenderla. Maroni non è riconosciuto come capo”. Bossi si dice deluso dagli ingrati: “Ho scoperto di averne cresciuti molti” come Belsito, “uno stronzo”, o come Maroni. “Il voto ai comuni – è la sua analisi – ha confermato che ha allontanato molti nostri elettori” e anche in Lombardia “abbiamo vinto solo grazie a Berlusconi”, Piemonte e Veneto “ero riuscito a ottenerli da Berlusconi, era stato un miracolo, non avremo più candidati presidenti in quelle Regioni” e anche “la macroregione è un progetto irrealizzabile”. Quindi al Congresso si candiderà in prima persona: “Me lo chiedono tutti. Io alla Lega ho dato la vita e continuerò a farlo. Io – conclude – sono pronto”.
Ma in via Bellerio, dove nel pomeriggio si è riunito il Consiglio federale, gli strali di Bossi non sortiscono effetti. Certo, prima della riunione, Roberto Maroni ha lanciato un avvertimento: “Io sono il segretario federale eletto dal congresso, quindi chi non è d’accordo se ne può andare, il mondo è grande”. Eppure, non ha voluto dare troppo peso alle parole del suo predecessore che lo ritiene inadatto a guidare la Lega, anche per aver “trasformato i nostri ideali in burocrazia”. “Le sue sono solo opinioni personali – ha tagliato corto Maroni -. Non le condivido, ma non dirò mai cose contro Bossi”. E così si racconta che alla riunione, presenti entrambi i duellanti, di quelle parole dettate dal Senatur al Fatto quotidiano non si è parlato. Alla fine, dalla riunione convocata a suo tempo per approvare i conti del 2012, è anzi uscita un’analisi secca sul risultato delle comunali, che pur hanno visto calare i consensi del Carroccio soprattutto nelle grandi città. I dirigenti di via Bellerio hanno al contrario indicato “nel complesso una sostanziale tenuta del movimento”, in quanto “dei 28 Comuni con un sindaco leghista andati al rinnovo 11 sono stati riconfermati al primo turno e 5 andranno al ballottaggio, mentre ne sono stati conquistati 5 nuovi”.
Una sintesi già ampiamente anticipata all’ora di pranzo proprio da Maroni, al termine di una conferenza stampa in Regione Lombardia, in cui ha giurato che in Lega “non c’è alcuna fronda né resa dei conti”, ripetendo che ci sono “gufi” che vogliono male al suo partito ma che alla fine è convinto porteranno bene. “A me non interessano le chiacchiere o le interviste che servono solo a danneggiare – ha spiegato ai giornalisti -. A me interessa chi lavora”. E il primo impegno sarà quello per i ballottaggi, in particolare per salvare almeno la vecchia roccaforte di Treviso, dove giovedì prossimo Maroni andrà di persona a sostenere Giancarlo Gentilini. Passato anche quell’esame, in via Bellerio ci si concentrerà sul prossimo congresso che Maroni ha ribadito di voler celebrare entro l’anno prossimo (il governatore veneto Luca Zaia vorrebbe che il segretario rimanesse fino alla scadenza naturale del 2015), anche se oggi non si è parlato della data né si è chiarito, ovviamente, in che veste si presenterà Bossi. Unica certezza, l’approvazione del primo bilancio consuntivo, del 2012, post-Belsito, sottoposto anche all’esame di una società di revisione e presto pubblicato su internet a beneficio soprattutto dei militanti. Attivo patrimoniale complessivo di 40 milioni di euro – ha annunciato l’ufficio stampa – mentre il conto economico vede un disavanzo di esercizio di 10 milioni e 760 mila euro.