E ora la corsa al Campidoglio di Marino diventa roba da cartone animato…
Da “turista per caso”, a “straniero a Roma”, fino a un “marziano per la Capitale”. La corsa al Campidoglio dello sfidante del centrosinistra Ignazio Marino è lastricata di gaffe, di vignette satiriche, di ironie corrosive sul web, tali e tante sono state le dimostrazioni di scarsa conoscenza della città. I soprannomi dicono tutto e, in gran parte, ci azzeccano. Cosa mancava nella collezione di Marino? Un cartone animato come sindaco di Roma. E lui provvede subito a colmare il vuoto. Capita anche questo, che un candidato in piena corsa si colori e diventi un fumetto. E lo fa, dice, per spiegare il suo programma elettorale ai bambini. Altra idea “grandiosa”. Il chirurgo dem si “cartoonizza” e finisce in circa una ventina di pagine illustrate per i più piccoli. Le vignette lo ritraggono in camicia celeste e cravatta rossa, con in spalla il suo inseparabile zainetto – disegnato con sopra un Colosseo – mentre gira per le strade della Capitale e cerca di spiegare ai bimbi alcuni temi e punti del suo programma. Da come eliminare il traffico e lo smog a come introdurre nei quartieri più aree gioco per i bambini fino a realizzare più piste ciclabili in tutta Roma – il suo chiodo fisso – e favorire così una mobilità sostenibile in sella alle due ruote. Il fumetto si intitola Una città a misura di bambino, che è uno degli slogan principali e ripetuti a ritmo ossessivo da Marino durante la sua campagna elettorale. Del resto Marino è pieno di idee che i romani aspettavano come il pane: ha detto che tra le priorità, qualora fosse eletto primo cittadino, intende mettere le rastrelliere per le biciclette «ovunque, non vedendo evidentemente che i cittadini non pensano minimamente a convertirsi alle due ruote. Non si sa se è più comica la scarsa dimestichezza con la viabilità della Capitale o l’ignoranza dei regolamenti. Data infatti qualche giorno fa la gaffe sulle “quote rosa”, che lui, dice gioioso, vorrebbe introdurre nella sua giunta. Peccato che già ci siano, previste nel nuovo Statuto per Roma Capitale. Sì, in fondo, ha ragione lui: è veramente un tipo da cartone animato. Peccato che i romani abbiano poca voglia di ridere e molto bisogno di soluzioni, possibilmente serie.