Grillo minaccia i suoi: «Chi non rinuncia ai rimborsi elettorali verrà sputtanato sul web»
Dimenticatevi lo streaming e la trasparenza. Quelli erano slogan per la campagna elettorale. Ora che Beppe Grillo è in Parlamento per sapere che cosa ha detto ai suoi parlamentari bisogna avere le orecchie bene aperte. Bisogna tornare ai tempi della Democrazia cristiana degli anni Settanta, quando i cronisti erano costretti a origliare alle porte, a inseguire i commessi di Camera e Senato per farsi riportare cosa aveva detto Fanfani e come aveva risposto Rumor. Così il guru della democrazia diretta ha vietato gli aggiornamenti Twitter e Facebook per indottrinare i suoi. Per il pubblico contano solo i “cinguettii” che arrivano dall’account dell’ufficio stampa del M5S. Quelle che seguono sono frasi estrapolate, ma che ricalcano nella sostanza le linee d’indirizzo.
Punto primo, sputtanamento dei parlamentari che non si attengono alla linea del partito sui rimborsi elettorali: «Metteremo nomi e cognomi di chi vuol tenersi i soldi». Facile a dirsi per un signore miliardario con lo yacht e la villa ai Caraibi. Difficile convincere un commesso di negozio d’animali, un disoccupato, una studentessa fuoricorso. Ma Grillo ha fatto capire l’aria che tira, prendendo come cavia il vicepresidente dell’Ars siciliana: «Venturino che si tiene i soldi è un pezzo di merda». E non perché vuole un’altra linea politica. Punto secondo. «Non siamo attaccati alle poltrone. Se non riusciremo a cambiare questo Paese, meglio andarsene in massa» Abbiamo fatto la più grande rivoluzione di questo Paese, d’Europa e forse del mondo». Tanto lui non è attaccato alla poltrona perché non è stato eletto e non potrebbe neanche essere candidato secondo il regolamento del partito, visto che è stato condannato per omicidio colposo. Ma sono bazzecole. Punto terzo: normalizzarsi, quindi apparire in televisione. «Purché non siano talk-show, andate in tv a spiegare ai cittadini le nostre idee». Quarto punto, una domanda che la dice tutta sull’ossessione grillina: «Nove milioni votano ancora Berlusconi, come ve lo spiegate?». Domanda che, a specchio, quei nove milioni avrebbero da porre sugli elettori del comico genovese.