Il “glamour” ottocentesco di Boldini e dei maestri italiani: genio e raffinatezza alla conquista di Parigi
Un titolo che richiama l’alta moda, la Maison Goupil, ben si addica a quel legame tra arte e glamour ottocentesco, tra ritrattistica e bel mondo internazionale evocato da una cerchia di pittori italiani, che si mise in luce fuori dai confini nazionali. Una produzione su cui fa luce la grande esposizione di Palazzo Roverella di Rovigo, Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la Maison Goupil. Una mostra molto raffinata che presenta i capolavori degli artisti italiani che collaborarono con la celebre Galleria Goupil di Parigi durante la seconda metà del XIX secolo. Chi era questo Adolphe Goupil? Sostanzialmente un mercante dal fiuto sopraffino che seppe intuire e inseguire il gusto mondano e modaiolo di una bella fetta di società attratta magneticamente dai preziosismi aristocratici. Per soddisfare le richieste della piccola e media borghesia che non poteva ancora permettersi l’acquisto di dipinti originali, il sagace mercante d’arte Adolphe Goupil riuscì ad avviare un mercato mondiale di inedite riproduzioni: Goupil commissionava o acquistava splendide opere d’arte per poi riprodurle con le tecniche più moderne e rivenderle in tutto il mondo. Pittori di diverse nazionalità e con stili molto diversi tra loro entrarono nell’orbita della Maison Goupil, dando vita ad una vera e propria forma di collezionismo che dominò il gusto borghese della Belle Epoque continuato anche nel secolo successivo. Tra gli artisti di Goupil gli italiani si dimostrarono i più richiesti, riuscendo a coniugare qualità, emozione e facile comprensione. Queste tele sembrano quasi riportare in vita la frizzante atmosfera culturale parigina dell’epoca, tra scene di genere, interni ed esterni, vita quotidiana, vedute, paesaggi e ritratti. I nostri pittori rappresentati sono Giuseppe De Nittis, Francesco Paolo Michetti, Antonio Mancini, Domenico Morelli, Giovanni Boldini. Si tratta di opere molto spesso esposte per la prima volta e rivelano il prestigio ottenuto dagli artisti italiani a Parigi negli stessi anni in cui era attiva un’altra grandissima corrente artistica, l’Impressionismo. Il dipinto simbolo della rassegna è quel “Ritratto di Martha Regnier” che è uno dei capolvori di Giovanni Boldini, che divenne un artista trfa i più richiesti dal cosiddetto bel mondo. «Era un artista ultra chic, in suo modo particolare, specialmente quando ritraeva lungiformi signore dell’alta società internazionale che appaiono dipinte come sotto un vetro traslucido. Esperto di quel mondo e della letteratura francese che lo ha rappresentato, interpretava molto bene la più alta eleganza femminile in un’epoca in cui era anche troppo rivestita dagli artifici dei sarti e delle modiste, figurativamente legata in pose ambigue che stanno tra il salotto e il teatro. Ma quei ritratti hanno un forte potere d’incanto: rivelano spontanee e sicure doti di pittore…», scriveva il critico Bernard Berenson nel 1958.