“In piazza con Silvio: cestino + 10 euro”: la sinistra crea un falso manifesto per insultare gli elettori del Pdl
“In piazza a Brescia per Silvio, ad ogni manifestante un cestino più 10 euro”. Qualcuno ha abboccato come un pollo al falso manifesto, forse perché non vedeva l’ora di gridare «Vergogna!» agli elettori del Pdl. Altri, invece, hanno fatto girare quel cartello taroccato sulla rete ben consapevoli che fosse un “fake”, ma tanto contro Berlusconi tutto fa brodo. In questo clima di odio verso il governo delle larghe intese dalla sinistra vendoliana e dai grillini che impazzano sul web omai ci si può aspettare di tutto, anche che un cartello-sfottò creato da un sito satirico (anche questo però tutto orientato contro il centrodestra, non a caso l’autore, Giuseppe Paperini, si definisce “di sinistra”) venga veicolato per sostenere la tesi che gli elettori del Pdl, considerati rozzi, ignoranti, affamati e accattoni, vengano contingentati su degli autobus come pecoroni e portati in piazza, a Brescia, per manifestare contro i giudici al fianco di Berlusconi. Per soldi o per un panino. Lo stesso tentativo che si fece di giustificare l’invasione di piazza del Popolo del Pdl, un mese e passa or sono, come una scampagnata retribuita dal partito. Trecentomila persone corrotte e plagiate, fu la tesi di allora, rimbalzata in programmi tv molto seguiti come “Servizio pubblico”.
Il metodo è lo stesso anche per l’adunata di Brescia. Il manifesto falso creato dal sito di satira di sinistra è praticamente identico a quello visibile sul sito del Pdl. Ma con qualche dettaglio modificato che induce all’equivoco: l’aggiunta in basso della scritta “cestino + 10 euro, mentre il nome dell’autore che l’ha creato è scritto minuscolo, al centro, tanto che risulta davvero difficile distinguere quel tentativo di satira da una reale offerta di denaro e di merende agli elettori di centrodestra. Ecco perché sulla rete, in queste ore, il popolo della sinistra e dei grillini che spara tutti i giorni sul governissimo col Pd, s’è scatenato in una sequela di insulti irripetibili: “orrore”, “a che punto siamo”, “offrono soldi per farli andare a un comizio”, “questa è la gente che vota Berlusconi!”. Tutto falso, ma poco importa. A chi prova a far notare che il manifesto sembra taroccato, arrivano altri insulti, in un tipico tentativo di cazzata auto-avverante di un certo tipo di navigatore del web che assimila solo le informazioni che gli piacciono.
Morale della favola, nel caos e nell’anarchia della rete la lotta politica si conduce anche così, con trucchetti da scuola elementare o iniziative da spalatori di fango per colpire chi domani sarà in piazza a manifestare al fianco di colui che, piaccia o no, considera il proprio leader. A proposito, la Boldrini non ha nulla da dire su questo?