La Rai corregge il tiro: «È scaduto il contratto con Minoli, ma “La storia siamo noi” non chiude»
Sotto il fuoco delle polemiche bipartisan la Rai aggiusta il tiro. «La Storia siamo noi non chiude. Termina semplicemente il contratto con Giovanni Minoli che era andato già in pensione tre anni fa ed aveva avuto un contratto triennale per i 150 anni dell’Unità d’Italia che scade il 31 maggio». Lo ha spiegato il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, rispondendo alle domande dei giornalisti. “Il format de La Storia siamo noi è della Rai, era stato ideato da Renato Parascandolo, poi gestito da Minoli per una fase che adesso si chiude», ha aggiunto Gubitosi. «È stato un magnifico periodo questo de La storia siamo noi, prima e durante la gestione Minoli. Ora tutta la parte di Rai Educational, compresa la storia, è in mano a Silvia Calandrelli. Abbiamo grande fiducia in lei, sta lavorando su cose importanti come la prima guerra mondiale. L’offerta di storia continua. Minoli ha fatto bene – ha proseguito -, vorrei che fosse chiaro che c’è soddisfazione e lo ringraziamo e ci auguriamo che in futuro si possa fare ancora qualcosa insieme. Penso che Minoli con Calandrelli potrà farà magnifiche cose. Si parleranno. Sono convinto che ci saranno i modi di utilizzare ulteriormente le capacità autoriali di Minoli in Rai Storia». Successivamente il dg ha però precisato che la politica della Rai è «utilizzare forze interne e non rinnovare contratti di chi va in pensione. I contratti si esauriscono – ha spiegato – le fasi storiche si esauriscono».
Minoli, 68 anni, entrato in Rai nel 1972, genero dello storico direttore generale della Rai Ettore Bernabei, negli anni Ottanta è stato l’uomo di fiducia di Bettino Craxi a viale Mazzini. Per dieci anni capostruttura Rai, poi direttore di rete, ha prodotto decine di programmi che hanno fatto la storia della tv italiana (da Blitz di Gianni Minà a Quelli della notte di Renzo Arbore). In Rai ha ricoperto numerosi ruoli dirigenziali fino a quella di direttore di Rai educational, incarico che ha lasciato nel 2010 con il pensionamento.