Latorre ai suoi “magnifici sostenitori”: «La mia fiducia non è calata, restiamo uniti e viva l’Italia!»

17 Mag 2013 11:10 - di Romana Fabiani

Chapeau. «La mia fiducia, come quella di tutta la mia famiglia nelle istituzioni, non è calata come non è mai calata nei momenti più bui di questa tragica vicenda: come potrebbe accadere proprio ora?». Parola di Massimiliano Latorre, ancora a Nuova Delhi insieme con Salvatore Girone, dopo 15 mesi di “sequestro”. Una dignità che forse l’atteggiamento molto cauto (e comunque non risolutivo) del governo Monti nei confronti dell’India non merita fino in fondo. «Torno a dire – scrive il marò – “‘tutti insieme nessuno indietro”, proprio come solo Noi italiani sappiamo fare e senza neanche molti sforzi, uniti dagli intenti e dalla forza dei sentimenti». «Il cuore di un italiano è troppo grande – aggiunge Latorre – capace di saper soffrire con dignità, così come è accaduto a chi dell’Italia ne ha fatto e costruito una storia che ancora oggi fa parlare. Un grande abbraccio!! – conclude – e W l’Italia».

Le nuove parole di Latorre, diffuse sul sociale network, sono una precisazione alla poesia che ha pubblicato l’altro ieri e il cui significato  è stato travisato dai suoi «magnifici sostenitori», come li chiama il marò.  «Sono rammaricato e permettetemi di aggiungere queste mie umili righe per chiarire i sentimenti che appartenevano ai giorni della detenzione in carcere».  E che, purtroppo «hanno assunto, mio malgrado, un significato diverso». Nei versi che i tanti fan hanno interpretato come un segno di stanchezza e di resa si diceva “Domani sarà il nostro giorno.  Oggi è il domani di ieri. Ma domani sarà come oggi? Quanti domani dovranno ancora passare, che non siano come oggi, ma che sia veramente domani!!”. Massimilano ha voluto condividere quelli che erano i suoi pensieri in quei giorni così amari, «giorni in cui aspettavo con ansia un solo e semplice raggio di sole, e cioè uscire dal carcere». Neppure la sua famiglia ha intenzione di mollare. È di cinque giorni fa l’appello del nipote Christian D’Addario perché «sia sempre tenuta alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla vicenda dei due fucilieri di Marina.

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