Le aggressioni e le bandiere bruciate? Per i “resistenti” è sempre colpa di Berlusconi

13 Mag 2013 20:00 - di Francesco Signoretta

La verità capovolta è offerta su un piatto d’argento all’opinione pubblica, perché ne faccia buon uso. Tutti sanno cos’è accaduto a Brescia nel giorno della manifestazione di Berlusconi, tutti hanno visto l’immagine di quel militante con il volto insanguinato a causa dei pugni e dei calci presi dai cosiddetti “bravi ragazzi” dei centri sociali, tutti hanno potuto seguire l’inaccettabile provocazione della sinistra nella piazza dove si è tenuto il comizio del Pdl e l’istantanea della bandiera bruciata. Ma con un colpo di magia mediatica, la colpa non è di chi ha usato violenza costringendo le Forze dell’ordine a un’altra giornata difficile, bensì di Berlusconi. Non importa se, con le dovute differenze, torna l’intolleranza dei gruppi estremi e si fanno passi indietro nel tempo (a Roma fu appiccato il fuoco al cinema Barberini per impedire il comizio di Giorgio Almirante). Nulla va lasciato al caso, non esiste la differenza tra violenza e violenza. E la condanna dev’essere netta. Cosa che però non sta accadendo, c’è sempre la tendenza al tornaconto politico e alla demonizzazione, con paradossi incredibili. Emilio Del Bono, candidato sindaco del centrosinistra a Brescia, l’unica cosa che riesce a dire è che l’avversario, Paroli, deve «vergognarsi» per «aver partecipato a un’iniziativa che ha portato tensione in città e nel Paese». In sostanza non sono stati i centri sociali ad appiccare l’incendio, con provocazioni e aggressioni, ma il comizio di Berlusconi, causa di ogni male. E Nichi Vendola – tirato in ballo perché in piazza, tra i contestatori, sventolavano numerose le bandiere di Sel – usa le stesse argomentazioni: per lui il problema era ed è soltanto Berlusconi, che «fa ripartire la campagna destabilizzante contro l’indipendenza e l’autonomia della magistratura» e così crea «una frattura dell’ordine democratico a cui è necessario reagire». Parole vecchie che sanno di anni Settanta e che – commenta Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl – così «giustificano le aggressioni di sabato a Brescia». Come quarant’anni fa, chi non è allineato sulle posizioni ideologiche della sinistra non deve parlare ed è giusto che sia contestato. L’uso dei sassi e dei bastoni? Sono i soliti “compagni che sbagliano”. E che magari vanno pure giustificati e perdonati.

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