Intervista con Alberto Giorgetti, sottosegretario all’Economia: «L’Imu sparirà, abbiamo le idee chiare sulle coperture»

3 Mag 2013 12:06 - di Antonella Ambrosioni

Alberto Giorgetti torna al governo, ma stavolta non in un esecutivo di centrodestra. L’esperimento delle larghe intese lo vedrà impegnato in una cabina di regìa decisiva per le sorti del Paese, quella del ministero dell’Economia: l’ ex An lavorerà al fianco di economisti “tecnici” come il ministro Saccomani, che arriva direttamente da Bankitalia, o come l’esponente del Pd Stefano Fassina, viceministro, affiancato al pidiellino Luigi Casero e all’altro sottosegretario Democratico Pier Paolo Baretta.

Con quale spirito affronta questa sfida in un dicastero sul quale si giocheranno la tenuta e il giudizio complessivo del governo Letta?

Con lo spirito di cercare di rendere un buon servizio al Paese, ma anche con entusiasmo. Credo che fin da subito questa “macchina” di cui faccio parte possa accendere il motore sulle scelte giuste e imprescindibili per tutti. L’entusiasmo mi viene dalla sicurezza che questa “squadra economica”, i cui elementi conosco personalmente, è forte ed equilibrata. Sapremo trovare i necessari punti di sintesi.

Sulla questione dell’Imu c’è stata qualche frenata in questi giorni. Lei che posizione terrà?

La restituzione della rata precedente dell’Imu e la sua successiva cancellazione è un impegno che il Pdl si è assunto e sul quale ho intenzione di battermi. Non è semplice e le difficoltà manifestate dal premier Letta sono reali. Il mio contributo sarà quello di fornire tutte le formule di copertura di spesa necessarie che già avevamo studiato come Pdl in fase di campagna elettorale.

Quindi sono tecnicamente possibili sia la restituzione che l’abolizione della tassa sulla prima casa?

Certamente. Abbiamo calcolato che dall’accordo fiscale con la Svizzera ricaveremmo 6-7 miliardi con i quali potremmo coprire la restituzione della rata dell’Imu e la Cig di quest’anno, nodo cruciale per i lavoratori, sul quale i sindacati sono scesi in piazza compatti non più tardi di dieci giorni fa.

Quindi riprende quota la “via Svizzera”?

Certo. Farò in modo che venga esaminata seriamente, così come peraltro è già sperimentate e con soddisfazione da Germania, Austria e molti Paesi del Nord Europa. Si tratta di un accordo fiscale  sulla regolarizzazione dei depositi tenuti da cittadini italiani nelle banche elvetiche. Una strada che ho intenzione di percorrere e riproporre all’attenzione.

Quanto all’abolizione totale dell’Imu?

Valgono tutte le coperture che avevamo delineato nel nostro programma, come un aumento della tassazione dei giochi, delle accise su alcolici e tabacchi. Il tutto era stato studiato, peraltro, con grande equilibrio in modo da non deprimere il mercato e i consumi. Sono certo che con il contributo di tutti potranno venire anche altre proposte.

Lei è ottimista, quindi, sulla possibilità di trovare punti di sintesi per ridare ossigeno alle casse degli italiani. Quale “dote” ricava in particolare il centrodestra?

Evidenziare – e non demagogicamente- il bene per l’Italia: una volta dimostrata l’incapacità del Pd di vincere le elezioni e di formare un governo, il Pdl avrebbe potuto  limitarsi ad un’opposizione dura e sperare di tornare presto al voto, con il vento in poppa dei sondaggi. Invece chi ama la Patria capisce che in un momento come questo l’ultima cosa che servono sono i bracci di ferro. Quindi, prima di tutto abbiamo dato segno di responsabilità. Ciò detto, questa esperienza di governo nasce con programmi che sono nelle nostre corde, dalla riduzione del fisco a quella della burocrazia, fino alle riforme elettorali in senso presidenziale che sono da sempre un nostro progetto. Insomma, abbiamo una grande possibilità di scrivere una pagina nuova con un’agenda politica che è in gran parte la nostra.

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