Nella sfida tv per il Campidoglio figuracce di Marino e del grillino. Alemanno attacca, Marchini fa il piacione
“Sfida Capitale” con scintille a Piazza Pulita, il primo vero incontro-scontro tra i quattro candidati sindaci nel salotto di Formigli su La 7. Un quadrangolare su Imu, bilanci comunali, mobilità, programmi e poi i botti finali con la questione morale. Ieri sera c’è chi ha brillato di più e chi, impacciato, è letteralmente naufragato. C’è chi, come il sindaco uscente Alemanno, ha menato fendenti contro dei servizi-imboscata che oggettivamente avrebbero messo in difficoltà chiunque e c’è chi come Ignazio Marino, candidato del centrosinistra, conferma il suo stile “chirurgico”, freddo, impostato, “senza infamia e senza lode”, senza mai bucare lo schermo, senza mai accalorarsi sul serio neanche nei momenti di tensione. Insomma, molto poco “romano”, anche quando nell’appello finale chiama gli ascoltatori «concittadini». Il format è originale spigliato, i candidati scelgono la loro postazione pescando a caso. Un minuto e mezzo per ogni risposta, due possibilità di replica. Si parte con l’Imu, tema introdotto da Alfio Marchini. Ma non basta l’aria da“piacione” e piazzare il sorriso giusto al momento giusto. Stucchevole quando insiste su competenze imprenditoriali. «So come si vendono le case». Un immobiliarista in Campidoglio, sembra un po’ poco, Sull’Imu Alemanno restituisce colpo su colpo. Tutti e tre dicono di volerla abolire. Già fatto, risponde il sindaco, «Abbiamo utilizzato 116 milioni di euro per cancellare l’Imu per 376 famiglie italiane. Nessuna famiglia con un disabile rischia di pagare più l’Imu sulla prima casa». Sull’argomento Marino si incaglia. Il chirurgo dem ribatte che l’Imu l’ha votata il Pdl e che il governo Letta la toglierà. «Marino ha detto una cosa sbagliata – risponde Alemanno – l’Imu sulla prima casa è stata introdotta da Monti. Ed è stata una scelta sbagliata». Conti comunali: «Come pensa di recuperare da giugno a dicembre 200 milioni di tasse dai romani che non hanno più soldi?» chiede Marchini. Il sindaco: «Queste sono cifre in libertà. Abbiamo l’extragettito e lo usiamo per l’Imu. Il resto fa parte del bilancio che sarà fatto a giugno. Noi abbiamo fatto tagli ai costi della politica. A Roma non esistono più auto blu», dice, rispondendo anche all’impacciato cinquestelle De Vito che ne fa una questione prioritaria fuori tempo massimo. Poi lo scontro prosegue su traffico e bilancio del Comune. Sulla mobilità interviene Alemanno, citando dati concreti: «È una sfida molto dura e sparare su vigili è comodo. Anche sulle multe, dobbiamo dire che nel 2012 hanno fatto il 50% in più di multe. Dire che è tutta colpa loro è un po’ troppo. Noi abbiamo lanciato una sfida nel campo infrastrutturale, al termine del mio mandato avremo il 50% di linee metro in più, abbiamo fatto uno sforzo per le consolari: l’allargamento della Tiburtina, della Prenestina bis, della Roma-L’Aquila e Boccea. Stiamo cercando di rendere più credibile il tpl ma abbiamo avuto un taglio del 42% dei fondi. Marchini replicava: «Ci vogliono le telecamere per stanare le persone in doppia fila» e Marino. «Parlo da medico: per i trasporti ci vuole la cura del ferro». «Ci vogliono le piste ciclabili», strilla De Vito, che spara cifre, cita fonti, ma cade spesso in errore. Quando cita la classifica Tom Tom per parlare di traffico a Roma è davvero troppo… Meglio passare ai conti. «Quando siamo subentrati il debito del Comune era di 12,3 miliardi, ora è sceso ad 8,7». Tratti surreali. De Vito: «Roma si è fatta scavalcare anche da Istambul nella classifica del turismo mondiale». Ma che dici, replica, il sindaco: «Il 2012 è stato l’anno record a Roma con 33 milioni di presenze». E Aggiunge: «Sordi interpretava un americano a Roma, De Vito mi sembra un marziano a Roma: otto paginette di programma mi sembrano un po’ poche….». La partita si accende sulla questione morale, ovvero gli scandali di Parentopoli all’Ama e all’Atac. «Dovete farla finita», sbotta Alemanno: «Se qualcuno ha sbagliato pagherà e il Comune si costituirà parte civile. Io non ho mai avuto nemmeno un avviso di garanzia». «In questi cinque anni abbiamo salvato Roma, sono stato in mezzo alla gente e mi sono battuto ha detto controaccusando le “anime belle”. «Non fate gli scienziati. Questa lettera dell’università di Pittsburgh la conosci?», domanda, sventolandola in studio. «Lo sai che ti sei dovuto dimettere da un istituto perché ti eri fatto pagare due volte in due conti correnti?», ringhia a Marino. «E poi vogliamo parlare delle tue dimissioni al Senato? Sei senatore o non senatore? Hai preso lo stipendio da parlamentare?». Vai con gli appelli finali: Marino ripertica «la città a misura di bambino»; De Vito: “L’onestà andrà di moda»; Marchini al solito si propone come l’uomo dell’anticonsociativismo. Solo Alemanno assicura che portando a compimento i programmi già iniziati, si potrà portare «Roma fuori dalla crisi».
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