Penati non va in aula ed è “salvato” dalla prescrizione. Ma stavolta a sinistra nessuno si scandalizza
Niente processo. L’ex presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, non sarà processato per i reati di concussione connessi alle riqualificazioni delle aree Falck e Marelli, due grandi zone industriali del milanese. Anche l’ex capo della segreteria di Bersani, non proprio un peone del Pd, potrà beneficiare della prescrizione. Lo ha deciso il Tribunale di Monza per l’assenza dell’imputato, che nemmeno alla seconda udienza del processo con il rito immediato si è fatto vedere in aula. Nonostante avesse annunciato nei giorni scorsi che avrebbe seguito le udienze e si sarebbe difeso nel processo. Così i giudici si vedono “costretti” a prescrivere le imputazioni più vecchie, cioè le presunte tangenti incassate per il recupero di Sesto San Giovanni, dove Penati è stato sindaco dal 1994 al 2001. Il processo continua invece per i reati di corruzione finanziamento illecito ai partiti relativi alla Milano-Serravalle e a Milano-Metropoli. Piccolo teatrino in aula, documentato dal video on line sul Corriere, al momento della pronuncia dell’avvenuta prescrizione: il giudice ha sospeso l’udienza in attesa che l’avvocato difensore lo contattasse per avere conferma sulle intenzioni di presentarsi in aula e opporsi alla prescrizione. Ma senza successo. Rientrato in aula, il legale imbarazzato ha dichiarato: «Penati non ha intenzione di venire, non posso dire altro sulla sua volontà». «Dobbiamo interpretarlo come una non rinuncia alla prescrizione?», ha incalzato il giudice. «Non ho mandato per dire qualcosa su questo», ha risposto l’avvocato Calori. Così il collegio, dopo una breve camera di consiglio, non ha potuto far altro che dichiarare la prescrizione. Più tardi è arrivata la nota di Penati che non ripara la gaffe. «Come annunciato, già nei prossimi giorni, farò ricorso in Cassazione per annullare la sentenza di prescrizione voluta dai Pm per i fatti di 13 anni fa». Ma sarebbe stato sufficiente presentarsi questa mattina. «Che senso ha fare un ricorso in Cassazione?», è il pensiero malizioso che circola nelle stanze della Procura, «bastava che si presentasse in udienza». L’ex sindaco ed ex presidente della Provincia di Milano, di provata fede democratica, non può certo più alzare un dito contro le prescrizioni che riguardano Berlusconi. Intanto Bersani tace.