Ricordare Moro 35 anni dopo e accorgersi che a sinistra manca ancora una cultura di pacificazione
Trentacinque anni fa, in via Caetani, veniva trovato il corpo senza vita di Aldo Moro. Lo avevano ucciso, dopo 55 giorni di prigionia e come preannunciato da una telefonata proprio la mattina del 9 maggio 1978, le Brigate Rosse. Il cadavere del presidente della Democrazia cristiana era stato portato nel portabagagli di una Renault rossa, a metà strada tra piazza del Gesù, sede della Democrazia cristiana e via delle Botteghe Oscure, sede del Partito comunista italiano. Un posto simbolico, scelto dai terroristi rossi, per dire no al “compromesso storico” e in particolare al “tradimento” del partito di Enrico Berlinguer, che aveva accettato di sostenere un governo guidato da Giulio Andreotti. «È doveroso ricordare Aldo Moro – ha detto Gianni Alemanno, che stamattina ha preso parte alle celebrazioni in via Caetani – perché quello è stato il momento più drammatico degli anni di piombo. E’ importante ricordare sia il valore della persona, uno dei più importanti uomini politici della storia della Repubblica, sia perché la sua vicenda ha rappresentato il punto più alto dell’attacco alle istituzioni da parte dei gruppi terroristici». Secondo il sindaco di Roma, «oggi le minacce sono di natura diversa, di delegittimazione delle istituzioni e di critica fine a se stessa ma la loro difesa deve rimanere un punto centrale. Bisogna combattere qualsiasi forma di politica ideologica basata sullo scontro totale, sulla distruzione dell’avversario»
Per Renato Brunetta,«non bisogna stancarsi mai di guardare con dolore e chiarezza di giudizio all’assassinio di Moro. L’insegnamento che oggi ci viene da lui – nota il presidente dei deputati del Pdl – è soprattutto quello di perseguire la pacificazione nazionale, rendendola effettiva e stabile attraverso una cultura di coalizione che oggi, specie in certi settori del Pd, latita». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oltre a presenziare a via Caetani, ha voluto ricordare l’anniversario della uccisione di Moro con un cuscino di fiori deposto sulla tomba a Torrita Tiberina.