Saviano in versione “occupy tv”. Ma il libro sulla cocaina “libera” non decolla e Marina se la ride…
Sovraesposto mediaticamente per promuovere Zero Zero Zero, un po’ qui un po’ lì, una volta a chiedere di liberalizzare le droghe, un’altra il gioco d’azzardo. Ma la sua ultima fatica non ripete, almeno fino ad ora, il successo straordinario di Gomorra. Roberto Saviano ieri sera era ospite di Gad Lerner a parlare degli intrecci fra i casinò, le slot machine e la criminalità organizzata. Un tema serio e importante che tiene alta l’attenzione degli spettatori, ma la sua presenza in tv, debordante negli ultimi tempi, ha soprattutto l’obiettivo di far conoscere la sua nuova fatica letteraria che questa volta si occupa di cocaina e del narco-traffico mondiale. Non si spiegherebbe altrimenti come mai in un mese (dopo un’assenza strategica durata anni e rotta solo da eventi televisivi) le sue apparizioni sul piccolo schermo ora si siano moltiplicate: per ben due volte è stato ospite dell’amico Fazio, una volta della Bignardi, poi da Santoro e da Augias. E infine da Gad Lerner. Per non pararle degli incontri con i lettori e dell’appoggio di Repubblica e della Feltrinelli, la sua nuova casa editrice. Ma sette anni dopo Gomorra (Mondadori) il nuovo libro sembra un flop. È stato lo stesso Gianluca Foglia (direttore editoriale della Feltrinelli) a spiegare, cifre alla mano, come sta andando “l’evento editoriale” del 2013: «La prima tiratura è stata di 460mila copie. Stando ai rilevamenti che tengono conto anche della Grande Distribuzione, nel primo mese Zero Zero Zero ha superato le 200mila copie vendute. Quasi 50mila nelle sole Librerie Feltrinelli, un numero record. E poi vanno aggiunte più di 10mila copie scaricate in formato e-book, cioè circa il 5% dell’edizione cartacea, che è un dato molto alto per l’Italia. Date le condizioni attuali del mercato – e dopo i recenti risultati deludenti di diversi autori che avevano al loro attivo grandi successi –direi che sono cifre estremamente importanti». Bè, record è una parola grossa, visto che in classifica perfino un giallone-horror vecchio stile, come Inferno di Dan Brown, lo sopravanza. Quelli di Zero Zero Zero sono numeri ben lontani dagli oltre due milioni e 250mila copie nella sola Italia e dieci milioni nel mondo, difficile non rendersene conto. Qualcuno, come Marina Berlusconi, che con Mondadori lo consacrò al successo mondiale, per poi essere sdegnosamente abbandonata dalla scrittore, forse qualche sorrisino se lo starà facendo.
La sua onnipresenza in tv, intanto, fa scatenare il mondo dei social media. E così è stato anche ieri sera dopo la puntata di Gad Lerner. Su Twitter sono stati in tanti a sparare a zero. «Basta, questo libro lo vendono anche negli autogrill!». Oppure questo di Francesca Sensini: «Certe persone , in cette occasioni , si lasciano sopraffare dal marketing». O Vitalba: «Saviano ci ha parlato di economia reale con la stessa competenza con cui potrei parlare di astrofisica». In realtà i temi che tratta sono sempre di grande attualità, tuttavia le sue presenze in tv appaiono sempre senza contraddittorio. Lui parla, parla, parla e nessuno lo contraddice. E chiaramente parla di ciò che più in quel momento gli interessa. Ieri sera per esempio, non ha spiegato la complessa vicenda sulla mamma di Peppino Impastato. La storia è questa. Come si può leggere in un articolo pubblicato dal sito Linkiesta qualche giorno fa Saviano ha perso il confronto che lo ha visto in tribunale per una causa di diffamazione avviata dallo stesso autore di Gomorra nei confronti del giornalista di Liberazione Paolo Persichetti. Al centro della disputa due articoli di Persichetti che sconfessavano una telefonata tra Saviano e la madre di Peppino Impastato, Felicia, riportata dallo scittore nel suo libro La bellezza e l’inferno. Scriveva Saviano: «Inviavo a Felicia gli articoli sulla camorra che scrivevo, così, come per una sorta di filo che sentivo da lontano legarmi alla battaglia di Peppino Impastato. Un pomeriggio, in pieno agosto mi arrivò una telefonata: “Roberto? Sono la signora Impastato!” A stento risposi ero imbarazzatissimo, ma lei continuò: “Non dobbiamo dirci niente, dico solo due cose una da madre ed una da donna. Quella da madre è stai attento, quella da donna è stai attento e continua”». Una storia che poi fu smentita dai parenti di Peppino Impastato e che finì negli articoli di Persichetti. «La madre di Peppino non aveva il telefono e faceva le telefonate tramite me. Non mi risulta che abbia telefonato a Roberto Saviano. Faccio notare che mia suocera è morta nel 2004 e il libro Gomorra è uscito nel 2006», raccontava Felicia Vitale. Poi è arrivata la sentenza. Nonostante ciò Saviano su Facebook s’è spiegato così : «Accetto serenamente la decisione del magistrato, ma non le mistificazioni. Si è detto che il giudice avrebbe stabilito che la telefonata che Felicia in passato mi fece prima di morire sarebbe una mia invenzione. Falso…. Mi disgusta che le parole livorose di un ex brigatista condannato per omicidio, sostenute dal fango berlusconiano e alimentate da persone che volevano ottenere da me favori di promozione televisiva, provino a lerciare un mio ricordo scritto nove anni fa». Magari ieri sera Gad Lerner poteva fargliela una domanda su questo, non è un bravo giornalista imparziale e incisivo?