Schifani: «Il governo non cadrà per il Pdl, ma non tocchino il nostro diritto di manifestare»
Il governo non cadrà «per i processi di Silvio Berlusconi, non daremo pretesti a nessuno su questo. Saremo leali e corretti». L’ex presidente del Senato Renato Schifani rimette equilibrio alle parole e alle polemiche di questo fine settimana. Intervistato dal Corriere della Sera sostiene che manifestare è un diritto costituzionale e che il partito continuerà a difendere il suo presidente da quella che è «una oggettiva persecuzione», e si batterà per una riforma della giustizia cercando «le convergenze in Parlamento, a partire dalle forze con le quali siamo alleati». Ribadisce, pertanto, il senso di «responsabilità» del suo partito, che non verrà meno sul terreno delle sentenze Mediaset e del processo Ruby. «Il governo non cadrà per responsabilità del Pdl». E aggiunge: «Noi ci siamo assunti l’onere di farlo nascere e scinderemo i temi della giustizia dal sostegno all’esecutivo, come ha detto con chiarezza il presidente Berlusconi smentendo la menzogna che sia entrato in politica per difendere i suoi interessi». Schifani non accetta le reprimende delle “anime belle” che accusano il Pdl di avere usato la piazza in presenza di ministri di peso e del vicepremier Alfano. Anzi, è inquietante il contrario: «Noi abbiamo pieno diritto di manifestare liberamente: piuttosto è imbarazzante che i presidenti di Senato e Camera tacciano di fronte a chi ha cercato di impedircelo. Sa qual è la verità? – contrattacca Schiafani- Che si montano polemiche per far passare sotto silenzio che altre forze politiche, con le bandiere di Sel, hanno cercato di impedire la nostra manifestazione, hanno attentato alla nostra libertà». Non si fa intimidire Schifani, quando ricorda «agli smemorati che nel governo Prodi c’era un partito, Rifondazione comunista, i cui ministri marciavano, sfilavano, manifestavano contro le decisioni del loro tesso esecutivo e nessuno diceva nulla…». Oggi il riferimento va soprattutto alla presidente Boldrini, «il cui partito ha scientemente organizzato una contestazione per impedire a Berlusconi di parlare». Inoltre,«un grande partito come il Pdl – si chiede – ha diritto o no di decidere quali temi trattare? O la sinistra si può arrogare il diritto di dirci su cosa dobbiamo intervenire, dove dobbiamo manifestare, se possiamo parlare al chiuso o all’aperto, in un cinema o in una piazza?». Quanto al governo, «verrà valutato nella sua complessità, a partire dall’agenda economica», dall’abolizione dell’Imu a misure per la crescita e il lavoro