Sorpresa! C’è un ennesimo libro su Alemanno, ma stavolta parla anche lui…

20 Mag 2013 19:17 - di Marcello De Angelis

L’impegno della macchina del fango contro Alemanno è stato esemplare e forse – per puro dovere storico – un giorno qualcuno scriverà un libro sui meschini e banali meccanismi adottati per creare del sindaco di Roma un’immagine inavvicinabile, nella consapevolezza che, se qualcuno si fosse avvicinato, il castello di fango sarebbe andato facilmente in briciole. Corrado Ruggeri, che non è un giornalista alle prime armi, avendo diretto la cronaca di Roma del Corriere della Sera per anni, si è avvicinato ad Alemanno per curiosità, come lui stesso ammette. Tra i giornali che non hanno certo fatto sconti al sindaco di Roma in questi cinque anni c’è sicuramente anche il suo – lo specialista di Alemanno è un noto frequentatore dei centri sociali romani – eppure Ruggeri si è voluto con grande professionalità discostare dai suoi colleghi e fare una cosa che facevano i vecchi professionisti, cioè andare alla fonte della notizia. Fare domande ed esigere risposte. E alla fine pubblicare quello che ne è veramente scaturito. Leggere il libro Cittadino di Roma (edito da Mondadori), per chi n0n conosce Alemanno è forse la prima occasione per conoscere veramente Alemanno. Il sottotitolo del libro è “Conversazioni sulla Capitale e sull’Italia”. In buona parte è una che permette al sindaco della Capitale e a un indiscusso protagonista della politica in Italia di raccontare se stesso. Ruggeri non si frena nelle domande e non si vergogna di usare termini come “fascista”, attribuendo a quella parola esattamente il valore storico che ha: “Suo padre era fascista?”… Ma poi si parla degli anni Settanta e Ruggeri – che è nato nel ’57 – non fa finta di non sapere che anni fossero, cosa succedesse e quale fosse il clima. Non chiede ad Alemanno se aggrediva – come fino a qualche anno fa facevano persino i giornalisti di Panorama – ma gli chiede piuttosto se venisse inseguito. E dai piatti della cucina romana e le notti passate ad attaccare manifesti, con un percorso che ha tutti i toni della normalità, si arriva a parlare di Roma, dei suoi problemi e delle soluzioni auspicate, proposte e implementate ad alcuni di quei problemi. Non sembra sensazionale né meno che mai stravolgente che il ragazzino arrivato a Roma al seguito del padre generale, frequentatore delle sezioni della destra nazionale, sempre attivo protagonista in qualunque situazione e poi studente, leader, amministratore, parlamentare, marito, padre, ministro sia oggi sindaco della Capitale. Non ci sono i toni grotteschi dei panphlettini dal titolo “Ripuliti” o “Il sacco di Roma” o “Alemagno”, partoriti dal sempre fertile ventre della disinformazija ex, post o vetero-comunista. Ruggeri è un giornalista vero. Magari non voterà Alemanno, ma è più interessato alle sue proposte sulla mobilità che a chi fosse il suo compagno di banco al liceo. E se Alemanno dice che ha salvato Roma dalla bancarotta, se dice che quando è stato eletto c’erano più di 10 miliardi di buco e che in cinque anni è riuscito a colmare il passivo giustamente, professionalmente, onestamente, gli chiede di dimostrarlo, numeri alla mano. Bravo Ruggeri. Anche più bravo di Alemanno. Di questi tempi è più facile trovare un sindaco capace che un giornalista onesto.

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