Sull’Imu la partita è Pdl contro tutti. Monti parla di ossessione “morbosa” e cerca alleati nell’Ocse

2 Mag 2013 14:09 - di Gloria Sabatini

Difficile che l’0ste critichi il proprio vino. Quando sa di tappo e risulta annacquato, se è intelligente, è costretto a minimizzare promettendo innesti fruttati per la stagione successiva. Non stupisce, quindi, che Mario Monti dica che il tema dell’Imu è sì rilevante ma non è «degno della discussione esclusiva e quasi morbosa del dibattito politico». Ma è l’unico a pensarla così. L’impegno solenne di Letta a eliminare l’impopolare tassazione sulla prima casa e gli strascichi di rettifiche e chiarimenti (per primo quello di Franceschini che ha parlato di proroga) continuano ad animare non tanto le tifoserie ma le aspettative dei cittadini che si domandano se questa volta il governo andrà fino in fondo. A spezzare i sogni del neopremier (e a mettere sull’allarme il Pdl che dell’eliminazione dell’Imu ha fatto una priorità a fino a minacciare l’uscita dal governo in caso di retromarcia) arriva come una mannaia il rapporto dell’Ocse. «È impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello complessivo dell’imposizione – si legge – è possibile invece l’eliminazione delle agevolazioni fiscali per incrementare la base imponibile e quindi un ritocco delle aliquote marginali senza impatto sulle entrate». Ancora più esplicito il capo-economista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan, per il quale «ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre l’Imu». Il centrodestra non la vede così. Il primo a scendere in campo è Renato Brunetta che non si fa pregare per strapazzare l’ex premier tecnico. «L’Imu non è una ossessione morbosa ma una tassa che ha depresso l’economia. Nel 2012 – spiega il capogruppo pidiellino a Montecitorio – le compravendite immobiliari si sono ridotte del 23,7% (dati Istat); i mutui del 39.5% (dati Cgia di Mestre); la produzione nelle costruzioni è diminuita del 13,6% (dati Istat) e gli investimenti del 7,6% (dati Ance); le ore lavorate in edilizia son diminuite del 13,8% (dati Casse Edili) e i posti di lavoro nel settore edile del 5% (dati Ance)». Poi smonta la tesi del governo Monti, secondo cui la pressione fiscale italiana sugli immobili fino al 2011 rappresentava un’anomalia rispetto alla media dei principali paesi europei. Qui non c’è una gara a chi porta a casa per primo il taglio di questa o quella tassa – dice Maurizio Gasparri – «sull’Imu non si torna indietro rispetto a quanto ha detto lo stesso Presidente del Consiglio Letta». Anche Fratelli d’Italia insiste nella battaglia contro l’Imu, fiore all’occhiello della campagna elettorale. «La casa è un bene sacro, né tassabile né pignorabile. Lo abbiamo detto per primi e per primi siamo pronti a votare l’abolizione dell’Imu sulla prima casa», ha dichiarato Giorgia Meloni, pronta a presentare provvedimenti «nell’interesse della nazione» dai banchi di un’opposizione costruttiva. La ricetta è quella di restituire l’Imu pagata finora, attraverso l’emissione di titoli di stato a dieci anni, per la somma corrispondente a quella versata dagli italiani. «La copertura economica – conclude l’ex ministro – è data dai soldi degli interessi che Monte dei Paschi di Siena verserà sul prestito di 4 miliardi di euro concesso dallo Stato italiano». Il ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, sottolinea che si tratta di una misura che, oltre a un valore economico, ne ha anche uno simbolico e che «si sta operando per superare questa tassa». Il Pd è in seria difficoltà. «Cancellare l’Imu? Io ne faccio un discorso pratico: se improvvisamente abbiamo trovato 10-12 miliardi da spendere ben venga, ma non sarà così», dice Stefano Fassina. Per il più ottimista Pier Paolo Baretta «sull’Imu si può arrivare a un accordo con il Pdl. Credo che il problema vero sarà la restituzione, non tanto il 2013 e il futuro».

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