Tra nani e premi Nobel, Grillo si distingue: non è un gigante ma è «più alto che intelligente»
Non c’è solo violenza verbale e aggressione personale nelle parole di Grillo e di alcuni esponenti della sinistra. C’è un insulto a intere categorie di persone, senza nemmeno un pizzico di delicatezza. Proprio loro, i professionisti del perbenismo, che s’indignano per qualsiasi frase uscita dalla bocca degli avversari, pensano di poter offendere chiunque senza pagar pegno. Come se, per volontà divina, fossero baciati dall’impunità. Le frasi dell’ex comico, pronunciate prima di salire sul palco di Roma e indirizzate a Berlusconi, hanno fatto il giro del web: «Stai attento nano, che io sono molto sconclusionato e tireremo le somme a breve. Ci siamo solo noi, il capocomico e il nano, ne resterà solo uno».
In precedenza non solo lui, ma anche altri autorevoli personaggi dell’area progressista, si erano lasciati andare a simili battutacce, nel tentativo di colpire Brunetta, con in prima fila Dario Fo e Gino Strada. Tutti impegnati a insistere sulla bassa statura di chi non sopportano. Al di là della pochezza delle loro argomentazioni e di un modo di concepire la politica che risale all’età primitiva, da uomini delle caverne, va sottolineato che proprio la sinistra (in buona parte confluita nello schieramento di Grillo) ha coniato parole politicamente corrette su ogni categoria, arrivando a definire i cani e gli animali «diversamente umani». Ora sono proprio loro a invertire la rott. Sarebbe superfluo ricordare ai Cinque Stelle e ai premi Nobel che i “nani” sono persone molto brillanti, che spesso fanno della cultura la loro forza. A Grillo verrebbe da rispondere in maniera dura quando dà del «nano» a Berlusconi. Ma sarebbe tempo sprecato. Basta infatti replicare con una battuta, anche lui non è un gigante. Anzi, è sicuramente più alto che intelligente.