A centinaia rispondono in piazza all’appello di Ferrara: «Tribunale talebano»
Appena incominciata la manifestazione, erano non più di un centinaio i simpatizzanti che erano andati in piazza Farnese per la manifestazione indetta da Giuliano Ferrara in difesa di Berlusconi. Con il passare del tempo i militanti sono diventati 300 o 400. Qualche simpatizzante ha messo il rossetto sulle labbra, come il direttore de Il Foglio aveva consigliato di fare «in coerenza» con la scritta che domina il piccolo palco: «Siamo tutti puttane». Non molto numerosi i parlamentari presenti anche perché, come ha spiegato Ferrara dal palco, questo è solo «un aperitivo servito a caldo: con un po’ più di tempo avremmo raccolto una folla straordinaria». Sono stati visti, tra gli altri, Denis Verdini, Fabrizio Cicchitto, Giancarlo Galan, Daniele Capezzone, Ignazio Abbrignani, Lucio Malan,Daniela Santanché, Maurizio Lupi e Stefania Prestigiacomo. In pazza c’era anche in prima fila La fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale, che è stata letteralmente circondata da giornalisti e teleoperatori. «Non c’è giustizia in Italia. Sono offesa da un magistratura malata»
In precedenza, parlando ad Agorà, Ferarara aveva detto: «È un tribunale talebano. È una decisione di perfetta ingiustizia e di mescolamento gravissimo di morale e diritto». «Si tratta – ha aggiunto– di un falso rispetto e di una falsa oggettività a proposito di magistrati e giudici che si presuppone siano la bocca della legge. Se c’è un italiano, compresi quelli che odiano Berlusconi, che pensa che il nostro sistema di giustizia penale quando tratta gli affari di Berlusconi lo fa in nome della legge, presentatemelo che lo saluto volentieri». Sul tema è intervenuto anche Daniele Capezzone: «A sinistra, in quella che doveva e dovrebbe essere una maggioranza di pacificazione, vedo troppi don Abbondio che non hanno coraggio, né sanno o vogliono darselo. Oggi, chiunque taccia, di fatto, acconsente rispetto al tentativo di Piazzale Loreto postmoderna che qualcuno vorrebbe realizzare non solo contro Silvio Berlusconi, ma contro il diritto di tutti gli italiani a scegliersi liberamente e democraticamente Governo e Parlamento»