Attentato in Afghanistan: la vittima è un capitano dei bersaglieri. La bomba sarebbe stata lanciata da un ragazzino di 11 anni
Un capitano dei bersaglieri è morto e altri tre militari sono rimasti feriti in Afghanistan, nell’attentato avvenuto questa mattina a Farah. Secondo la ricostruzione dello Stato maggiore della Difesa, «alle 10.30 locali (le 7 italiane), un VTLM Lince appartenente ad un convoglio del Military Advisor Team della Transition Support Unit South (TSUS) che stava rientrando nella base di Farah, dopo aver svolto attività in sostegno alle unità dell’esercito afghano, è stato oggetto di un attacco da parte di elementi ostili a seguito del quale un militare italiano è rimasto ucciso ed altri 3 hanno riportato ferite». La vittima è il capitano Giuseppe La Rosa, 31 anni, celibe, originario della Sicilia ed effettivo al terzo reggimento bersaglieri della Brigata Aosta. Sarebbe stato un ragazzino di 11 anni a lanciare la bomba a mano nel Lince a Farah. La rivendicazione dell’agguato da parte dei talebani parla infatti dell’azione compiuta da un “coraggioso, eroico ragazzino afghano di 11 anni che ha lanciato la granata”.
In una nota del Quirinale, il presidente Giorgio Napolitano «esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei familiari del caduto, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese. Il Presidente Napolitano formula l’accorato auspicio che i militari feriti nell’attacco possano superare questo momento critico «Esprimo profondo cordoglio, a nome mio e di tutti i deputati del Popolo della libertà – afferma il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta – alla famiglia del militare tragicamente scomparso questa mattina in Afghanistan. Esprimo lo stesso sentimento di vicinanza a tutti gli uomini dell’Esercito italiano, impegnati nelle zone più calde del pianeta per garantire la libertà e la democrazia. Auguro, infine, ai militari feriti nell’attentato una pronta guarigione». Con l’uccisione del militare italiano oggi a Farah sale a 53 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan nel corso della missione internazionale Isaf, operativa dal 2004. Da tutte le forze politiche è stato espresso cordoglio per la morte di La Rosa e si è manifestata vicinanza ai militari della missione Isaf.
Giuseppe La Rosa era alla sua seconda missione in Afghanistan, a settembre sarebbe dovuto tornare a casa. “Era un ufficiale solare, sempre disponibile – lo ricorda il suo comandante, il colonnello Corrado Carlini – Professionalmente preparato, bene si era inserito nella realtà del Reggimento”. La Rosa era originario di Barcellona Pozzo Di Gotto, un comune a pochi chilometri da Messina, dove aveva vissuto con i genitori e i due fratelli. Attualmente era addetto all’Ufficio operazioni e addestramento del 3/o Reggimento bersaglieri di Capo Teulada – una delle unità più decorate dell’Esercito composta da un comando di Reggimento, una Compagnia di supporto logistico e un Battaglione bersaglieri – ed era partito a marzo per l’Afghanistan. Una missione all’estero che seguiva le altre tre a cui aveva partecipato. Dal 2007 al 2009 il capitano era andato in missione in Kosovo, due anni dopo la prima puntata in Afghanistan terminata a marzo dello scorso anno, poi a dicembre l’arrivo al 3/o Reggimento bersaglieri e la partenza per la nuova missione.