Dal Cdm via libera alle riforme. L’ira di Napolitano sulla “compagna” Spinelli: «Mai parlato di governo a tempo»
Politica - di Gloria Sabatini - 6 Giugno 2013 - AGGIORNATO 6 Giugno 2013 alle 15:03
Dal Colle non è mai uscita una parola sul limite temporale del governo Letta. Mai. Dopo giorni di commenti, ricostruzioni giornalistiche sull’esegesi dei “diciotto mesi” e tirate d’orecchio al capo dello Stato (oggi quella di Barbara Spinelli), il presidente Napolitano deve essersi seccato tanto da affidare a una nota ufficiale la parola fine sulla questione. «Si continua ad accreditare, (da ultimo, da parte della giornalista del Fatto Quotidiano Silvia Truzzi, nella sua intervista a Barbara Spinelli) il ridicolo falso di un termine posto dal Presidente della Repubblica alla durata dell’attuale governo. E ciò nonostante quel che egli aveva già detto in proposito la sera del 2 giugno ai giornalisti presenti in Quirinale e che dal giorno seguente figura sul sito della Presidenza della Repubblica». Nel corso delle celebrazioni per la festa della Repubblica, infatti Napolitano disse testualmente «diciotto mesi è il tempo appropriato per le riforme» aggiungendo che l’Italia è ben determinata a superare la crisi. Il cronoprogramma presidenziale, insomma, era riferito alle riforme costituzionali e non alla tenuta di Enrico Letta a Palazzo Chigi (come è stato forzatamente interpretato). E la previsione di un anno e mezzo per portate a termine la riscrittura costituzionale viene confermata oggi dal ministro per le riforme Gaetano Quagliariello, che ha annunciato l’approvazione del ddl costituzionale sulle riforme in Consiglio dei ministri. «Il Comitato dei 40 lavorerà fino alla fine di febbraio – ha riferito il ministro – è ipotizzabile che la prima lettura di una delle due Camere avvenga entro fine maggio 2014, la prima lettura dell’altra Camera per gli inizio di settembre e quindi per l’ottobre 2014 si possa prevedere l’approvazione definitiva della riforma».