Erdogan torna a Istanbul e getta benzina sul fuoco: «I manifestanti sono solo dei vandali»

7 Giu 2013 14:19 - di Redazione

C’è il timore in Turchia di una nuova esplosione di violenze dopo il discorso che il premier Recep Tayyip Erdogan ha fatto questa notte all’aeroporto di Istanbul al rientro da un viaggio di quattro giorni nel Maghreb. Le dichiarazioni del premier hanno provocato reazioni di allarme fra i contestatori, che su Piazza Taksim a Istanbul e su Twitter hanno perfino ipotizzato il rischio di una «guerra civile» in Turchia. Davanti a migliaia di sostenitori del suo partito Akp che cantavano «Indicaci la strada, distruggeremo Taksim» e «siamo pronti a morire per te Tayyip» , il premier ha intimato ai manifestanti, che ha nuovamente definito «vandali», di porre fine «immediatamente» alla protesta, ha ribadito il no alle rivendicazioni della protesta e ha accusato lobby speculative internazionali di volere approfittare della crisi. Erdogan ha affermato che la contestazione, che ha visto scendere in piazza in tutta la Turchia centinaia di migliaia di persone, ha perso il suo carattere democratico ed è ora «vandalismo». «I cittadini onesti che sono stati manipolati dalle organizzazioni del terrore devono tornare indietro» ha avvertito.

Migliaia di manifestanti hanno seguito a Piazza Taksim a Istanbul, a Tunali e Kizilay ad Ankara, luoghi simbolo della protesta, e in diverse altre città del paese le dichiarazioni di Erdogan all’aeroporto. Secondo il quotidiano moderato indipendente Taraf  «Erdogan sta dando fuoco alla Turchia». In assenza di Erdogan il capo dello stato Abdullah Gul e il vicepremier Bulent Arinc, che martedi si è scusato per le brutalità della polizia contro le prime manifestazioni di Istanbul, hanno cercato di calmare le acque e di aprire un dialogo con i manifestanti. La repressione delle manifestazioni da parte della polizia turca ha suscitato le critiche di Usa, Ue e di diversi paesi occidentali, e le denunce delle organizzazioni dei diritti umani. Tre manifestanti sono morti dall’inizio della protesta. I feriti sono quasi cinquemila. Un poliziotto è morto cadendo da un ponte in costruzione mentre inseguiva i manifestanti.

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