Gli ultimi appelli: «Roma non torni ai tempi di Rutelli e Veltroni, sarebbe il suicidio politico della Capitale»
Votare Alemanno, votare Marino. È una questione di prospettive: chi ha a cuore lo sviluppo di una Capitale che si allinei agli standard delle capitali europee non può ignorare le premesse determinanti poste da Alemanno in questi cinque anni. Votare Marino «significa invece tornare indietro», argomenta Francesco Maria Giro, parlamentare romano del Pdl. «Votare Alemanno per non tornare indietro ai tempi dell’imbroglio del modello Rutelli-Veltroni, che ha lasciato un deficit di oltre 12 miliardi ammantati dei lustrini delle loro “baracconate” che per 15 anni hanno ubriacato i romani». Scegliere oggi un modello fatto di concretezza e responsabilità è questione cruciale. Responsabilità «vuol dire anche ammettere degli errori», sostiene Giro. «Alemanno l’ha fatto, rivelando una capacità di innovare anche lo “stile” della governance, ossia dimostrando di saper cambiare giudizio su alcune questioni importanti per la città». Non è casa da poco, anzi, quando sull’altra sponda «c’è un Ignazio Marino “telecomandato” da Goffredo Bettini, il “guru” della sinistra romana inventore del fenomeno Rutelli e “riesumatore” del Veltroni bis, quando questi, lasciato il Pd, fu rilanciato in salsa romana». Tornare indietro sarebbe un suicidio per la città.
Per intenderci, «Alemanno ha dotato Roma delle due gambe, economica e amministrativa, che la sinistra delle precedenti giunte non avevano mai curato», spiega Vincenzo Piso, parlamentare romano del Pdl. «Il sindaco uscente con l’impegno profuso per la Legge su Roma Capitale ha posto le pre-condizioni, economica e amministrative, per governare una realtà come Roma. Non bisogna avere la memoria corta – avverte Piso – la sinistra non ha mai pensato ad intraprendere un percorso del genere perché ha rivelato incapacità nel prendere decisioni “pesanti” sui problemi strategici della città». Marino oggi è l’erede «delle contraddizioni interne che porta in seno il centrosinistra, dove convivono visioni diverse che portano a delle non-decisioni, figlie di eterni compromessi». E sulle grandi sfide come sicurezza, immigrazione, rifiuti, crescita non ci si può permettere di non decidere».
In quest’ottica «la continuità» è un elemento-chiave per il parlamentare di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli. «Votare per Alemanno -spiega- garantisce la continuità di un lavoro svolto in questi cinque anni. Non è una banalità rilevarlo perché non va dimenticata una dinamica importante per chi governa: il primo mandato di un sindaco – a maggior ragione di una città complessa come Roma – è quello dei progetti, è la pars costruens, fondamentale per dare una visione della città all’altezza delle grandi sfide della modernità. Il secondo mandato è quello delle realizzazioni di questi progetti, lo sanno bene le categorie produttive della città che di questi progetti sono parte viva e integrante. Va da sé che con Ignazio Marino sindaco c’è una buona possibilità che questi progetti messi in cantiere possano essere bloccati, a discapito dello sviluppo. Non possiamo permettercelo».