La Idem non si tocca, è “una di loro”. Quindi è un’eroina, vittima del demonio…
Dimmi con chi stai e ti dirò chi sei. Ma è pacifico che se sei una di noi, diventi un’eroina, anche se sbagli e la fai grossa. La vicenda di Josefa Idem, al di là dello “scandalo” che l’ha costretta alle dimissioni, rende ancora più evidente il gioco strategico della sinistra. Se a inciampare fosse stato un esponente qualsiasi del Pdl, saremmo stati sommersi da fiumi d’inchiostro, schiaffoni mediatici, sit-in del (defunto) popolo viola, battutacce dei comici politicizzati, ipotesi di crisi di governo. Per la Idem solo qualche pizzicotto sulla guancia, una carezza e persino una lacrimuccia. Le cronache sono benevoli, i giornali raccontano che «è tornata a casa» e parlano di «ritorno in sordina» e di «citofono tristemente muto». I militanti, affranti, se la prendono addirittura con il Pd, colpevole di non averla difesa a sufficienza, in fondo che cosa ha fatto di male? Il popolo del web – in verità, quella fetta schierata a sinistra – che di solito attacca tutti a testa bassa e magari con la bava alla bocca, s’indigna per la «gogna mediatica» e parla di persone che hanno «sfruttato» l’ingenuità di Josefa. Alla “mettete i fiori nei vostri cannoni”, dunque. Perché nel mirino c’è una di loro. Innocentiste sono le associazioni omosessuali, chissenefrega dell’Imu e della palestra visto che l’ormai ex ministro parlava del riconoscimento delle coppie gay. E la “Rete delle giornaliste unite, libere e autonome” (la rete Giulia) si precipita a specificare: «Apprezziamo la serietà delle dimissioni della ministra Josefa Idem – fatto inconsueto nel panorama politico italiano – fatta oggetto di insulti sessisti oltre misura. E la ringraziamo per l’impegno e il metodo dell’ascolto e del coinvolgimento delle associazioni messo in campo per contrastare la violenza contro le donne e l’omofobia, che speriamo venga proseguito». Si attende solo la disperazione delle neofemministe di Se non ora quando per completare il mosaico. La Idem ha sbagliato, viva la Idem. Nuova eroina del secolo, vittima del demonio mediatico e magari del Cavaliere. E tutti a guardare affranti il citofono muto.