Letta è pronto alla “battaglia” di Bruxelles. Più forte dopo l’incontro di Berlusconi con Napolitano

27 Giu 2013 12:10 - di Gloria Sabatini

Enrico Letta può tirare un sospiro di sollievo ed esibire un cauto ottimismo sulla tenuta del governo dopo il terremoto della condanna a Berlusconi. Anche se ammette di essere in salita. Rassicurato dalle buone intenzioni del Cavaliere, è pronto alla “battaglia” di queste ore a Bruxelles, deciso a far sentir la voce italiana nella lotta alla disoccupazione giovanile che flagella l’Europa. Per quanto colpito da “un plotone d’esecuzione” per una sentenza “barbara”, il Cavaliere ieri sera ha assicurato a Giorgio Napolitano il sostegno «suo e del Pdl» al governo di larghe intese che ha voluto fin dall’inizio. Un senso di responsabilità che gli riconosce anche un amico-nemico come Monti, «Berlusconi ha il maggiore potere nel decidere la vita del governo Letta – dice ad Agorà – ho parlato con lui, so che sente molto questa responsabilità». Non staccherà la spina ma a Napolitano ha chiesto garanzie per non venire cucinato a fuoco lento dai media e dalla magistratua famelica: insomma vorrebbe sentirsi meno esposto, più protetto da chi dovrebbe garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

Nell’incontro di ieri il leader del Pdl è tornato a puntare l’indice sull’accanimento dei giudici contro di lui, su una magistratura che si è trasformata «in un potere assoluto e irresponsabile che sovverte i principi di una sana democrazia». L’ultima volta che il Cavaliere era salito al Quirinale era il 20 aprile scorso, quando insieme ad Alfano e Letta, si era fatto ambasciatore della richiesta di prolungamento del settennato dopo lo stallo del Parlamento sull’elezione del nuovo capo dello Stato. A distanza di due mesi è tornato al Colle, chiamato da Napolitano che ha voluto tastare la sua volontà di rottura sul governo con il Pd. Il Cavaliere aveva manifestata l’intenzione di un faccia a faccia con il presidente della Repubblica, ma il fatto di essere invece stato “invitato” ha il significato di una volontà di pacificare il clima da parte della più alta carica dello Stato. L’esito del faccia a faccia è stato parzialmente rassicurante e avrebbe sancito una sorta di “pax estiva” per l’esecutivo, anche se – fanno capire fonti del Quirinale –  il capo dello Stato aspetta di vedere come evolve la situazione nelle prossime ore con gli occhi puntati sulle fibrillazioni a via dell’Umiltà. Al di là dei retroscena giornalistici sullo scontro tra falchi e colombe, le parole di Alfano dal salotto di Porta a Porta non lasciano dubbi sull’orientamento deciso «perché – ha detto – la nostra bussola mette prima l’esperienza di governo».

 

 

 

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