Milano: anche Tremonti alla Festa Tricolore di Fratelli d’Italia
La destra pensa a riorganizzarsi, o meglio pensa a creare il «nuovo centrodestra». A questo è stato dedicato l’appuntamento clou della seconda giornata della Festa tricolore a Milano in cui si sono confrontati fra gli altri l’ex ministro Andrea Ronchi, Domenico Nania, Magdi Allam, Francesco Storace e i fondatori di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa. All’appuntamento ha partecipato anche l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Non al dibattito, ma intervistato da Gennaro Malgieri, ha spiegato che «in tutta Europa si confrontano l’area socialista e quella popolare, e io non andrei dall’altra parte». Tremonti guarda con interesse a quanto si sta muovendo nell’area della destra ma non ha dato la sua adesione. Tra l’altro, non tutti sono pronti ad accoglierlo a braccia aperte. Secondo Crosetto, per citarne uno, Tremonti «ha sbagliato delle scelte, Monti le ha peggiorate e oggi le stiamo pagando tutti». «Mi è costato molto – ha ammesso Crosetto – dire sì alla sua venuta». Ma l’obiettivo della riunione organizzata da Fratelli d’Italia va oltre il coinvolgimento dell’ex ministro: «La nostra ambizione – ha spiegato La Russa – non è rifare qualcosa che sembri il rassemblement di tutto ciò che c’era unito a destra e torna a unirsi. Noi vogliamo andare avanti, creare un nuovo centrodestra nazionale».
Francesco Storace, segretario de La Destra , ha proposto come primo passo dell’operazione di unire i gruppi di Fratelli d’Italia e de La Destra nel consiglio regionale del Lazio. Idea che però non ha convinto La Russa: «Apprezzo quello che dice Francesco – ha risposto – ma il problema non è unire noi e la Destra di Storace. Anzi, potrebbe essere una cattiva immagine. La nostra ambizione, ed è invitato anche Storace, è creare un nuovo centrodestra». Ed è per questo che Fratelli d’Italia «apre un laboratorio» attorno al partito e a Giorgia Meloni. L’ex ministro della Gioventù chiede rinnovamento, ma non vuole essere paragonata a Matteo Renzi. «Io sono Giorgia Meloni – ha detto – e non voglio fare Renzi perché gli emuli non mi sono mai piaciuti». Ma anche lei vuole rinnovare la classe dirigente della destra.