Pdl, le novità del vertice di Palazzo Grazioli. Intanto Alfano pressa Letta per il decreto “del fare”

13 Giu 2013 12:39 - di Gloria Sabatini

«Quando Berlusconi non c’è si stenta a vincere. Si è visto nelle elezioni di febbraio, quando il Pdl è partito da dati molto bassi e la campagna di Berlusconi ci ha permesso quasi di vincere». All’indomani del vertice fiume a Palazzo Grazioli, dai microfoni di UnoMattina Paolo Bonaiuti traccia un primo bilancio del dopo voto. «È anche vero che il Pdl ha sempre sofferto nelle elezioni amministrative  – ha ricordato lo storico portavoce del Cavaliere – ma in queste elezioni locali c’è stato anche un flusso elettorale di ritorno che ha aiutato il Pd, perché i grillini hanno perso gran parte dei voti che avevano sottratto alla sinistra alle politiche». Questa la lettura più immediata della innegabile sconfitta subìta che vede lo stato maggiore del Pdl impegnato in una profonda riflessione sulla “ripartenza”, con un occhio puntato sulla riorganizzazione interna e l’altro al governo Letta. «L’avvio di discussione e le prime proposte del presidente Berlusconi sul riassetto organizzativo del movimento confermano che per lui è il centrodestra liberale italiano che deve avere e tenere alta la bandiera dell’innovazione», ha confermato Daniele Capezzone. L’ex premier ha le idee chiare: fare pressing sul premier perché il governo di larghe intese esca dalla politica degli annunci e vari al più presto quelle misure economiche cu cui il Pdl aveva puntato nel corso della campagna elettorale (abolizione dell’Imu sulla prima casa, in pole position). Al centro del vertice dell’altra sera, infatti,  un lungo confronto sulla possibilità di incidere maggiormente nell’azione dell’esecutivo facendo “pesare” i voti pidiellini a sostegno dell’esecutivo stesso. Il Cavaliere avrebbe poi affrontato il capitolo Europa sottolineando la necessità che Letta, forte dei numeri di cui gode il suo governo, faccia sentire la voce dell’Italia al Consiglio europeo mettendo uno stop alla politica rigorista imposta dalla Germania. Se la tenuta del governo non è in discussione è anche vero che la pazienza ha un limite: oggi i riflettori puntati sul “decreto del fare” in cui sono contenute le prime misure economiche chieste da tempo dall’ex premier. Al tavolo di Palazzo Grazioli, però, c’è anche la pratica partito. Alla realizzazione di un nuovo soggetto politico starebbero lavorando in queste ore Verdini, Capezzone e Daniela  Santanché. L’idea di una struttura più leggera prevederebbe l’azzeramento dei coordinatori locali per far posto a imprenditori, una strategia che si rende necessaria soprattutto con il taglio dei finanziamenti pubblici. Tra le novità anche il cambio di sede che dovrebbe essere spostata da via dell’Umiltà a piazza san Lorenzo in Lucina.

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