Provaci ancora Pierferdy: alla vigilia delle 30 candeline in Parlamento, Casini prepara un nuovo partito
Giocavano ancora Falcao e Platini, la musica scopriva il fenomeno Michael Jackson, Beppe Grillo era un comico emergente e Silvio Berlusconi non aveva ancora comprato il Milan. E lui era già in Parlamento. Il 12 luglio compirà i trent’anni di attività parlamentare (si è fatto tutte le legislatura dalla IX alla XVII, una anche da presidente della Camera), ma in fondo Pierferdinando Casini è rimasto lo stesso che trent’anni fa voleva ringiovanire la politica. Dopo Dc, Ccd, Udc, Scelta Civica e otto legislature tra Camera e Senato, Casini ha annunciato la nascita dell’ennesimo soggetto politico. L’occasione è stata data da un confronto tutto interno all’Udc sulla «svolta liberale (ma anche popolare, ha spiegato) per cambiare lo Stato, creare lavoro, costruire un nuovo partito». Dovrebbe essere una risposta al fallimento dell’alleanza con Scelta Civica e alla conferenza stampa convocata last minute da Monti martedì scorso per sancire il divozio senza aver prima avvertito i dirigenti scudocrociati. Insomma , ha lasciato capire Casini, l’Udc è più forte di prima e continuerà per la sua strada per risalire la china della batosta elettorale. Ma come? Dando vita ad una «costituente popolare» che raccolga tutte le forze centriste e moderate, compreso lo stesso Monti.
Le nuove linee politiche di Casini? Sembrano un copia e incolla del programma del Pdl. Piuttosto tardivo. «Basta tasse, è ora di puntare sullo sviluppo rinviando l’aumento dell’Iva, riducendo drasticamente il cuneo fiscale e creando posti di lavoro per i giovani». Per Casini gli errori non sono stati commessi solo in Italia, ma anche in una Ue che con il suo «rigore eccessivo rischia di far morire la comunità e di alimentare populismi e antieuropeismi», evidente la stoccata a Monti, che del rigore europeista è stato il paladino, ma anche un implicito riconoscimento della politica di Berlusconi. Infine un chiarimento anche con l’esecutivo in carica:« L’Udc é orgogliosa – ha detto Casini – di essere stata la prima a battersi per il governo delle larghe intese, ma questo non significa che Enrico Letta possa tirare a campare perché dalla crisi si deve uscire rapidamente». E sul “tirare a campare”, Casini è il massimo esperto.