Risale la tensione a Istanbul. I manifestanti non lasciano Gezi Park: la nostra lotta continua. Nella notte cinquanta arresti
La protesta turca continua. I manifestanti anti-governativi che occupano da giorni Gezi Park a Istanbul hanno deciso di non mollare la piazza. Lo riferisce la tv privata Ntv. La decisione è stata annunciata dalla Piattaforma Taksim che riunisce 116 movimenti di protesta: andranno avanti contro «ogni ingiustizia nel paese, è solo l’inizio, la nostra lotta continua». Non ha funzionato l’ultimatum di Erdogan che intimava il movimento di piazza Gezi di lasciare il parco entro 24 ore. Dopo la riunione notturna dall’esito distensivo con i delegati dei rappresentanti la tensione è ripresa. Oggi pomeriggio nella capitale è convocato il primo dei due maxi-raduni ( l’altro è previsto domani a Istanbul) del partito islamico Akp di Erdogan, in appoggio al premier, di cui le decine di migliaia di manifestanti scesi in piazza nelle ultime due settimane chiedono le dimissioni. Manifestazioni contro Erdogan sono annunciate in diverse città. Dall’inizio della protesta tre giovani manifestanti sono stati uccisi, 5mila feriti, 50 sono gravi, 11 hanno perso la vista. Condanne della brutale repressione della polizia contro i giovani manifestanti sono arrivate da tutto il mondo, in particolare da Ue e Usa. Martedì Erdogan aveva dichiarato tolleranza zero contro la protesta e ordinato alla polizia di riprendere con la forza Piazza Taksim a Istanbul in una battaglia durata otto ore. Nella città del Bosforo rimane occupato solo il piccolo Gezi Park, contro la cui distruzione annunciata erano scattate le prime manifestazioni a fine maggio. Davanti alla dura repressione dei manifestanti di Gezi, la protesta si era estesa a tutto il paese. Ieri in un apparente gesto distensivo Erdogan si è impegnato a non procedere con la distruzione del parco fino alla decisione finale sui ricorsi presentati contro il progetto davanti ai tribunali di Istanbul.